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Stranger Things 4 – Vol. 2

2022
REGIA:
The Duffer Brothers, Shawn Levy, Nimród Antal
CAST:
Finn Wolfhard (Michael "Mike" Wheeler)
Millie Bobby Brown ("Undici" / Jane Ives)
Gaten Matarazzo (Dustin Henderson)

Il nostro giudizio

Stranger Things 4 – Vol. 2 è una serie tv del 2022, ideata dai Duffer Brothers.

Uscito a distanza di qualche settimana dai primi sette episodi, il finale della quarta stagione si dipana lungo due puntate dalla durata monstre di complessivamente quattro ore, meritando, per la quantità di cose narrate più che per l’unicità del nucleo tematico, la classificazione di Volume II. L’ampio respiro di questa chiusura viene sfruttato per portare a un punto tutte le fila e le dinamiche messe in gioco, per mettere in chiaro cosa ci sia in ballo in termini di avventura (la minaccia apocalittica a Hakwins) e di rapporti tra i personaggi, con i vari sottintesi che lentamente emergono. Dopo la rivelazione dell’origine di Vecna e del ruolo avuto da Undi nella creazione di quello che, fino a questo momento, si è rivelato come il miglior villain della serie e che avrebbe meritato ancora più spazio in questo finale, i fratelli Duffer mostrano nuovamente i muscoli, grazie all’elevato production value garantito da Netflix per il suo attuale prodotto di punta, e si discostano, ora più che mai, dalla semplice riproposizione nostalgica del decennio d’oro  – che comunque non manca, con la performance di Master of Puppets dei Metallica e le citazioni sottili o meno a Halloween di John Carpenter, il cui finale è riproposto pari pari, ma è tangenziale – e si lasciano andare a un intreccio di azione ed emozioni non sempre scontate. Accanto a un pedissequo aderire ai cliché narrativi di questo tipo di storie, con dialoghi ascoltati mille volte e situazioni straviste, i Duffer inseriscono abilmente delle deviazioni coraggiose, giocando con le aspettative dello spettatore più smaliziato.

Si fortifica in maniera sempre più coerente l’arco mitologico della storia: le vicende di Undi nel laboratorio del dottor Brenner chiudono diversi punti interrogativi aperti nel corso delle precedenti tre stagioni, così come le intenzioni e le dinamiche del Sottosopra e del Mind Flyer diventano sempre più chiare: Vecna ha un piano per aprire definitivamente le porte della dimensione oscura verso Hakwins, piccolo avamposto da cui partire per prendere possesso di tutta la Terra, e solo il gruppo di ragazzi attorno a Undi possono affrontarlo. Sapendo già della presenza di una quinta stagione, annunciata come ultima, era prevedibile che non tutte le questioni in sospeso venissero risolte in queste quattro ore. Eppure, i Duffer non si fanno prendere la mano dalla disponibilità di mezzi e concedono agli attori la possibilità di poter esprimere le evoluzioni dei propri personaggi senza perdere di vista la bussola narrativa.

Ciò che ne risente più probabilmente è il lato orrorifico, che si riduce drasticamente nella quantità di gore a favore degli spettacolari set pieces (l’attacco al laboratorio, la manovra a tenaglia per catturare Vecna, lo scontro in Russia con il Demogorgone, il terremoto), ma questo non è necessariamente un male, dato che la tensione si mantiene comunque alta. Non vengono altresì corretti quelli che erano i punti più critici della serie, in particolare la sottotrama di Hopper in Russia, che continua ad alternare toni sopra le righe e interpretazioni monotone (purtroppo il personaggio di Winona Ryder è ridotto a una macchietta) e nel complesso rimane nettamente slegata rispetto al nucleo principale, che rimane a Hawkins, a cui si tenta di creare un legame alquanto flebile e forzato. Ma questo finale di stagione ottempera alla funzione importante di rappresentare l’inizio della fine, rilanciando la sfida con una minaccia sempre più grande e, in questo senso, la sequenza finale fa presagire una quinta stagione molto interessante. Come hanno dimostrato fin dall’esordio nel 2016, i fratelli Duffer sanno perfettamente cosa il pubblico vuole e soprattutto hanno l’abilità innata di centellinarlo a dovere ed è un gioco che finora, per una strana alchimia di elementi e per un attaccamento contagioso che i due hanno nei confronti della storia e dei personaggi, ha funzionato perfettamente.