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Stomach

2018
REGIA:
Alex Visani
CAST:
Fabio Carlani (Alex)
Ingrid Monacelli (Anna)

Il nostro giudizio

Stomach è un film del 2018, diretto da Alex Visani.

Alex Visani è un regista cult per gli appassionati dell’horror underground italiano: un grande esperto di film dell’orrore che ha fatto confluire la sua passione in film indipendenti a basso budget ma con tante idee. E tanto sangue. Già, perché Visani rappresenta un po’ per l’Italia quello che per la Germania sono i vari Ittenbach, Buttgereit, Schnaas e Timo Rose – autori di film gore e splatter estremi – ma con l’aggiunta di una componente psicologica significativa. Stomach è il suo film della maturità, e ce ne accorgiamo anche da un primo sguardo alle immagini: siamo lontanissimi dai vecchi lavori (Zombi New Millenium, Carne morta, Mindcreep), amatoriali eppure ricchi di spunti interessanti. Già con l’episodio del collettivo The Pyramid eravamo entrati in una dimensione più cinematografica, ma è con Stomach che Visani compie il passo definitivo: prodotto dalla sua Empire Video insieme alla label Home Movies (che l’ha anche distribuito in Dvd e Bluray), è un body-horror estremo, sicuramente uno degli horror italiani più radicali e sanguinari da un po’ di anni a questa parte, un prodotto difficile da trovare oggi in Italia. Scritto dallo stesso Visani, ha come protagonista Alex (Fabio Carlani), un ragazzo che dopo la misteriosa morte dei genitori vive da solo in una villa sperduta in campagna. Afflitto da un malessere fisico e interiore che lo porta sull’orlo del suicidio, è segretamente innamorato di Anna (Ingrid Monacelli) e subisce le vessazioni dei colleghi di lavoro.

La rabbia verso il mondo si trasforma in qualcosa di corporeo e terribile, forse la stessa creatura che aveva ucciso i suoi genitori: partorito da lui stesso e assetato di sangue, il mostro inizia a uccidere tutti coloro che lo conoscono. Stomach è un horror viscerale, con livelli estremi di gore e splatter, ma anche mentale, con una componente psichica niente affatto scontata: siamo nel body-horror alla David Cronenberg, cioè quel tipo di horror che tratta spaventose trasformazioni del corpo come conseguenza, o metafora, di un disagio mentale. Perché il dramma vissuto dal giovane Alex è innanzitutto interiore: è da dentro che parte ogni cosa, sia in senso trascendente (la mente come motore di tutto), sia in senso immanente (è il suo stomaco a partorire la creatura mostruosa, in una scena di rivoltante efficacia, una sorta di blob pulsante che fuoriesce dall’addome). Interpretato in modo compiuto dall’esordiente ma bravissimo Fabio Carlani, Alex trasuda solitudine, disperazione, nichilismo e mal di vivere da ogni inquadratura (notiamo soprattutto i primi piani e la voice-over): afflitto da un mal di stomaco che è riflesso di una mente devastata, incompreso dalla società (i colleghi, il capo, il medico), sembra trovare conforto solo nell’amicizia – ma per lui è qualcosa di più – di Anna (l’altrettanto brava Ingrid Monacelli), forse debole ed emarginata come lui. La componente fantastica, cioè la nascita della creatura, ha origine qua: sono la mente umana e le ingiustizie sociali a far nascere i mostri, sembra volerci dire Visani, a compimento di un percorso che era man mano maturato con i suoi film precedenti. Sicuramente in Stomach c’è Cronenberg (in particolare The Brood, con le creature che agiscono secondo la mente di chi le ha partorite), ma anche Basket case e vari classici affini del body-horror, c’è La metà oscura di King e Romero, ma forse anche il più recente The Evil within.

E alla base c’è anche tutta una serie di film sui serial killer incentrati sulla mente tormentata dei protagonisti, quali Henry pioggia di sangue e Maniac. Stomach è un horror squisitamente personale, tanto nella storia narrata quanto negli effetti speciali: come i sopra citati registi tedeschi, Visani è anche autore degli FX – rigorosamente artigianali e di impressionante realismo – insieme ad Andrea Valecchi e Roberto Papi. Il mostro (interpretato dallo stesso Carlani, irriconoscibile, una sorta di Michael Berryman tutto bianco con venature nere) uccide le sue vittime a mani nude, dando modo di sfoggiare il gore e lo splatter più allucinanti: gole squarciate, sbudellamenti da davanti e da dietro, pasti cannibalici, una testa sfondata con la mano, un’altra staccata dal corpo, un cranio scoperchiato con cervello in bella vista, un’auto-sventramento, e altro ancora. Anche il comparto tecnico-estetico funziona bene: la regia non si fa mancare preziosismi quali soggettive, grandangoli e ralenti, la fotografia (curata dallo stesso Visani) abbonda di luci primarie argentiane azzurre e rosse, e le musiche metal fanno la giusta coreografia agli omicidi. Certo, non è un film perfetto (le recitazioni dei comprimari sono un po’ amatoriali, ci sono inquadrature sui paesaggi che servono da riempitivo), ma a questo film non si chiede la perfezione. Gli si chiede invece di avere un’anima, e Stomach ce l’ha: un’anima nerissima, sanguinaria, disperata e perturbante.