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Stoker

2013
Titolo Originale:
Stoker
REGIA:
Park Chan-wook
CAST:
Mia Wasikowska (India Stoker)
Nicole Kidman (Evelyn Stoker)
Matthew Goode (zio Charlie Stoker)

Il nostro giudizio

Stoker è un film del 2013, diretto da Park Chan-wook.

Se oggi Alfred Hitchcock fosse ancora in vita e potesse rifare L’ombra del dubbio (Shadow of a Doubt, 1943) senza i problemi censori del tempo, farebbe  Stoker. Il nuovo film del regista cult coreano Park Chan-wook (Oldboy, Thirst), al suo primo confronto con l’establishment hollywoodiano (tra i produttori figurano anche i due fratelli Scott, Ridley e Tony), ha molto da spartire, infatti, con il capolavoro del “maestro del brivido”. Anche qui ci troviamo a fare i conti con un nucleo famigliare e un agente esterno che più che nella normalità (la famiglia in questione è appena reduce da un lutto ed è tutt’altro che stabile) arriva a mettere scompiglio in ciò che rimane della sua integrità.

Le pedine del gioco, a seguito della morte della figura paterna, sono la figlia introversa (Mia Wasicowska, bravissima), la madre ambigua  (Nicole Kidman, conturbantemente sexy) e lo zio troppo perfetto per essere vero (Matthew Goode, tra i protagonisti di Watchmen). Il fatto è che tutti e tre sembra che abbiano qualcosa da nascondere al punto che, complice anche il titolo (che in realtà rimanda al cognome di famiglia dei protagonisti) e l’atmosfera smaccatamente gotica, a un certo punto si fa largo la possibilità che il regista di Mr. Vendetta si sia buttato sulle orme di Bram Stoker.

E invece… Invece la verità è molto più semplice di quel che si crede. Morbosissimo, Stoker mette in scena il coming of age di una diciottenne in procinto di svegliarsi dal suo torpore di mite adolescente con un esplosione (indotta, dallo zio) di eros & thanatos che traghetta un thriller psicologico negli inquietanti territori dell’horror. Park Chan-wook, che dietro la macchina da presa è semplicemente divino, filma un’opera incredibilmente estetizzante, ma allo stesso tempo rigorosissima, a cominciare dai magnifici titoli di testa, gestiti come una danza che fa del fermo immagine una forma di ritmo suadente. Da pelle d’oca il momento in cui la Wasikowska, sotto la doccia, si lava dei suoi peccati, allo stesso tempo toccandosi e raggiungendo il suo primo orgasmo. Che classe, che maestria!