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Stateless

2020
CAST:
Yvonne Strahovski (Sofie Werner)
Asher Keddie (Claire Kowitz)
Fayssal Bazzi (Ameer)

Il nostro giudizio

Stateless è una serie tv del 2020, ideata da Tony Ayres, Cate Blanchett e Elise McCredie.

Basato su quattro destini individuali ispirati da storie vere, la nuova serie Netflix Stateless racconta cosa succede dietro le mura di un campo di internamento in Australia. “Secondo le linee guida internazionali, i nostri standard sono tra i più alti al mondo. Questa è una struttura di prima classe”: Claire Kowitz (Asher Keddie) vorrebbe essere creduta quando parla in questi termini ai giornalisti che periodicamente giungono al campo di internamento di Barton. Ma allo spettatore viene lasciato intendere subito che il “personale molto ben addestrato” nasconde ben altro dietro la facciata di garbate pubbliche relazioni. Perché nel campo profughi situato da qualche parte nel nulla dell’entroterra australiano, non vi è niente che possa minimamente rientrare negli standard di prima classe. Stateless racconta invece cosa succede veramente dietro le alte recinzioni e le porte ben custodite. La produzione dell’attrice premio Oscar Cate Blanchett, che può essere considerata in un ruolo secondario anche se fondamentale nella trama, si concentra su quattro protagonisti che non potrebbero essere più diversi. L’assistente di volo tedesco Sofie (Yvonne Strahovski) è una giovane donna mentalmente instabile.

Come illuminanti flashback ci informano, non si sente amata dalla sua famiglia e, dopo un perfido lavaggio del cervello, è stata crudelmente espulsa da una comunità di ballo che però nasconde dietro tale facciata una pericolosa e costosa setta guidata da da una coppia di ciarlatani, la Blanchett e un viscido personaggio maschile interpretato da Dominic West (lo ricordiamo in The Affair). Resta a lungo incerto il perché poi questa bella giovane donna finisca in un campo profughi australiano rimanendovi sotto falsa identità, ma durante le sei puntate della miniserie viene spiegato sapientemente allo spettatore attraverso flashback. La situazione è più chiara con Armeer (Fayssal Bazzi) e la sua famiglia, che il pubblico accompagna durante il loro volo dall’Afghanistan verso il sogno australiano; ingannato dai trafficanti e separato dai suoi cari, finisce da solo a Barton. Miracolosamente, si ritova dopo qualche tempo con la figlia maggiore, per apprendere però che la moglie e la seconda figlia sono annegate durante il viaggio in barca – in quella che è senza dubbio una delle scene più commoventi della serie. Per la nuova guardia da campo Cam (Jai Courtney) è invece all’orizzonte un caos emotivo. Da quando è stato assunto, può offrire una villa con piscina ed una vita più agiata alla sua famiglia grazie all’alto salario, ma è combattuto intimamente dopo l’attacco pungente della sua sadica collega Harriet (Rachel House), che ironizza su di lui perché troppo umano con i detenuti.

Anche per la Claire menzionata all’inizio la situazione non è facile. Al suo arrivo nel campo di Barton in un ruolo dirigenziale promette di portare tanti buoni articoli sui giornali grazie ai suoi contatti con la stampa, sperando di ottenere una ulteriore promozione, ma episodi come quello dei manifestanti sul tetto e una crescente ribellione tra i detenuti non sono esattamente utili allo scopo. Nell’area di tensione tra carriera e umanità, lei rischia di diventare la vittima sacrificale di interessi superiori. Stateless rinuncia in gran parte a vicende esplicite e ad una retorica audace. Sono le scene apparentemente silenziose che denotano la qualità della serie. Il fatto che il responsabile del magazzino nel suo ufficio si conceda il presunto piacere elitario della musica classica, mentre le persone li fuori vivono da anni un’esistenza desolata piena di disperazione e in isolamento, sottilmente mette in evidenza il contrasto tra le due classi sociali presenti a Barton. La descrizione della vita quotidiana nel campo e l’attenzione sui destini individuali dei protagonisti riesce a fasi alterne. Durante i sei episodi di cui la storia si compone, i produttori propongono molti intrecci d’azione, ma non tutti vengono sviluppati e molti segreti inizialmente vengono solo accennati. Quindi Stateless raggiunge raramente picchi, ma sa convincere grazie alla sensibilità con cui le storie vengono narrate e alle emozioni che suscitano sicuramente nello spettatore.