Featured Image

Spiderhead

2022
REGIA:
Joseph Kosinski
CAST:
Chris Hemsworth (Steve Abnesti)
Miles Teller (Jeff)
Jurnee Smollett (Lizzy)

Il nostro giudizio

Spiderhead è un film del 2022, diretto da Joseph Kosinski.

Uno ci spera sempre che da Netflix venga fuori quel film che possa far ricredere sulla qualità dei prodotti e che ammutolisca una volta per tutte i detrattori della piattaforma, ma anche Spiderhead di Joseph Kosinski è da considerare un mezzo buco nell’acqua e nient’altro che un filmetto che andrà disperso nel catalogo streaming. Peccato, perché Joseph Kosinski dopo il successo e la buona riuscita di Top Gun: Maverick avrebbe potuto continuare la sua ascesa anche sul piccolo schermo e invece c’è da annotare e fare ammenda di questa piccola battuta d’arresto. Spiderhead è tratto dal racconto distopico “Escape from Spiderhead” di George Sauders. Il film porta il nome del penitenziario all’avanguardia in cui è ambientata la storia dove dei detenuti dello stato americano, volontariamente, si sottopongono a pericolosi esperimenti. A capo della ricerca lo scienziato Steve Abnesti e il suo aiutante Mark. Tra i soggetti a cui vengono iniettate le sostanze tramite un fantascientifico marchingegno posto sulla schiena c’è Jeff, un ragazzo che ha molto da perdonare a sé stesso e cerca la redenzione più di ogni altra cosa.

Stringe un particolare legame con Lizzy e quando Steve lo noterà andrà oltre i limiti consentiti, rivelando la sua natura non propriamente corretta nei confronti delle persone lì rinchiuse. Bastano poche righe di trama -assolutamente no spoiler- per rendersi conto di quanto il soggetto fosse una base ottima per lo sviluppo di una storia che andasse oltre il puro intrattenimento; però più o meno da metà film qualcosa si inceppa e il problema è riscontrabile proprio nel passaggio da soggetto a sceneggiatura. A una prima parte piena di mistero e ambiguità che porta a fare mille congetture e domande su cosa davvero stia accadendo in quel luogo all’apparenza pulito e senza macchie, corrisponde una seconda parte in cui ci si sarebbe aspettato che Spiderhead prendesse il meglio dal genere distopico a cui si ispira. Manca di approfondire ragioni e motivazioni di Steve Abnesti, elementi che avrebbero senz’altro indotto ad una riflessione filosofica, morale e soprattutto etica sugli atti e le decisioni estreme da lui intraprese. Solitamente dovrebbe essere questo il lascito più grande e importante del cinema distopico, ma il film si tira indietro e sul finale si regge malamente in piedi, intrattenendoci senza dubbio, ma lasciandoci anche quella sensazione di mancata occasione.

Se a livello narrativo Spiderhead finisce per buttarla un po’ in caciara, trova una buona dose di riscatto nella scenografia e nella performance di Chris Hemsworth che, accompagnandoci fino alla fine, emerge decisamente di più rispetto a Miles Teller. È una scelta sicuramente non casuale quella di porre il penitenziario su di un’isola sperduta in mezzo al mare, da sempre sinonimo di libertà. Questo fa da contraltare alla situazione dei detenuti che, seppur dotati di tutti i comfort, continuano a essere rinchiusi e agognano più di ogni altra cosa i raggi del sole. Il design architettonico e l’arredamento del luogo sono moderni e in un certo qual modo futuristici, semplici e puliti…forse fin troppo, appunto. Si rivela efficace quindi questo gioco di contrapposizioni che contribuisce decisamente a creare l’ambiguità già citata e di cui Chris Hemsworth si fa portatore sano. L’attore australiano dimostra ancora una volta che, deposto il martello di Thor, riesce a regalare buone performance in generi lontani da quello per cui il pubblico ha imparato ad amarlo. In conclusione, Spiderhead avrebbe potuto essere molto, ma molto di più, invece bisogna accontentarsi di un buon film d’intrattenimento e nulla più.