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Sparta

2022
Titolo Originale:
Sparta
REGIA:
Ulrich Seidl
CAST:
Georg Friedrich
Florentina Elena Pop
Hans-Michael Rehberg

Il nostro giudizio

Sparta è un film del 2023 diretto da Ulrich Seidl

Non capita di rado che il film del regista austriaco Ulrich Seidl affrontino temi che suscitano grandi controversie, a partire dalla trilogia Paradise (con Paradise: Love (2012), Paradise: Faith (2012) e Paradise: Hope (2013), il secondo dei quali premiato a Venezia con il Leone d’Argento), che sovverte con grande provocazione la cristianità delle virtù teologali. Non è assolutamente da meno la sua ultima opera Sparta (2023), anch’essa capitolo, insieme al film “fratello” Rimini (2022), di un macrogruppo di opere cinematografiche (presentato unito al primo in Wicked Games Rimini Sparta, alla più recente edizione del festival del cinema di Rotterdam). Il film, tratta infatti, un tema delicatissimo, quello della pedofilia, ma raccontata dal particolare punto di vista del pedofilo. Oltre all’argomento controverso, Sparta è stato al centro di uno scandalo, che ha visto il regista accusato di non aver comunicato alle famiglie dei bambini coinvolti, che si trattava di un tema tanto scabroso. Le accuse, poi smentite da un’inchiesta condotta dalla Austrian Film Commission, hanno, dunque, impedito al film di essere presentato al festival del cinema di Toronto, dove era stato selezionato e ne hanno compromesso la distribuzione in molti Paesi del mondo, tra cui l’Italia. L’unica possibilità di vederlo da noi, al momento, è stata offerta dal festival cinematografico milanese Filmmaker, che l’ha presentato, nel mese di novembre, fuori concorso, nonostante le complesse vicende che lo hanno riguardato.

Come si è detto, Sparta fa parte di un dittico con Rimini. Le due opere, infatti, sono connesse dal fatto che i due protagonisti sono fratelli. Entrambi i film si aprono e si chiudono con le visite parallele di costoro, all’anziano padre, con un oscuro passato nazista, albergato presso una casa di riposo. I due personaggi non sono solo legati da una questione anagrafica, ma anche dalla loro tendenza a rifuggire e ad abbandonare i loro legami più stretti: nel caso di Rimini, la figlia, e nel caso di Ewald Scholz, protagonista di Sparta, la fidanzata, per vivere un’esistenza miserabile ai margini della società. Altro punto in comune è la rappresentazione straniata di ambienti provinciali caratterizzati da un alto grado di squallore (la solitaria riviera romagnola in periodo invernale e la campagna rurale rumena). Ed è proprio qui che Scholz sceglie di muoversi, nel momento di piena consapevolezza della sua devianza. Alla compagnia della propria ragazza, in Austria, si accorge di preferire passare il proprio tempo guardando dei bambini che giocano. A questo punto, senza comunicare niente a nessuno, decide di costruirsi una nuova esistenza in Romania, mentre il conflitto interiore lo divora. Rimettendo a nuovo un edificio abbandonato, e reclutando bambini casa per casa, osservando da vicino le situazioni di grande disagio familiare in cui sono inseriti, dà l’avvio a una scuola di judo. Il microcosmo simbolico di piccoli combattenti dell’antica Grecia dà il titolo al film, che con questo parallelismo suggerito, genera immagini di grande tenerezza e comprensione, nonostante una macchina da presa piuttosto fredda e distante.

Il grande tema del film è ovviamente la questione morale sulla pedofilia, da cui il protagonista è assolutamente divorato. Non vi è nessun tentativo di polemizzare sui suoi comportamenti e pensieri e viene dipinto anche con un certo grado di compassione. Le sue scelte non vengono mai questionate, anche se la presa di posizione di Seidl, ovvero quella di non condannare il comportamento del suo protagonista, mascherato da una fotografia grigiastra, montaggio con tempi lenti e piani statici, è evidente e talvolta perentoria, nonostante l’assoluta condivisibilità del messaggio. Sparta, però, non è soltanto un quadretto allegorico ed empatico sulla non-responsabilità morale di un individuo con tendenze pedofile (la questione dello scandalo in cui è stato coinvolto, ha incanalato la gran parte dei dibattiti sul film su quest’unico tema), ma fluttua anche verso momenti di grande cinema, con le meravigliose immagini dei duelli in maschera tra i bambini della scuola, che suscitano anche profonde riflessioni sull’educazione e sul ruolo della famiglia. Nel dittico con Rimini (con i due prologhi della visita al padre dei fratelli protagonisti), sono esclusivamente presenti famiglie sfaldate e disfunzionali, che nel primo film (mi riferisco in particolare alla famiglia del protagonista Richie Bravo) trova un patetico e strano ricongiungimento dovuto a questioni economiche, mentre in Sparta, la ricostruzione della famiglia è nelle mani di una piccola comunità senza connessioni genetiche.