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Southbound

2015
Titolo Originale:
Southbound
REGIA:
Radio Silence (The Way Out & The Way In), Roxanne Benjamin (Siren), David Bruckner (The Accident), Patrick Horvath (Jailbreak)
CAST:
Chad Villella
Mat Bettinelli-Olpin. Fabianne Therese
Hannah Marks

Il nostro giudizio

Southbound è un film del 2015, diretto da Radio SilenceRoxanne BenjaminDavid BrucknerPatrick Horvath 

Oh no! Un altro anthology movie. Sì, un altro, prodotto da quella stessa Roxanne Benjamin, già responsabile di V/H/S e V/H/S 2. Southbound, però, rispetto alle altre antologie horror, ha una maggior coerenza. I registi sono il team di V/H/S, ma le vicende, stavolta, non sono satelliti a sé stanti di un universo orrorifico schizofrenico, e si legano l’una all’altra, costruendo una storia che è l’affresco bizzarro e crudele di un’immaginifica periferia del sud degli Usa. Nel primo segmento (The Way Out diretto da Radio Silence) Due compagni di viaggio in fuga approdano in un pit stop popolato da mostri degni del peggior incubo lovercraftiano, essere a metà strada tra degli scheletri alati e delle amebe fluttuanti nell’aria. Capiamo che uno dei due è alla ricerca della figlia, che vede sfuggirgli e non riesce mai a raggiungere. Nei paraggi, c’è un motel da cui escono tre fanciulle che restano in panne con la loro macchina e vengono caricate da un’arzilla coppia di vecchietti, in realtà adoratori di chissà quale antica divinità.

Durante il sabba notturno, solo una delle giovani riesce a fuggire, ma la sua corsa è breve perché viene investita da un automobilista che chiama il 911 (era questo il secondo episodio dal titolo Siren, diretto da Roxanne Benjamin). Peccato che a rispondergli sia una psicopatica che lo guida all’interno di un ospedale abbandonato, in un paesino abitato da un gruppo di mutanti con l’hobby di rapire giovani fanciulle e assoggettarle ai propri piaceri (questo episodio dal titolo The Accident lo firma David Bruckner). Lì va a vivere anche una famiglia, padre, madre e figlia, che viene assalita da tre uomini mascherati decisi a vendicare un torto commesso (Jailbreak, di Patrick Horvath). Di quei tre uomini, uno muore, ucciso dalle creature lovecraftiane, e gli altri due riescono a fuggire (episodio The Way In ancora firmato Radio Silence).

Scopriamo che si tratta dei due tizi visti all’inizio e il loop temporale di Southbound si perpetua in ciò che ha tutta l’aria di essere una perpetua rappresentazione infernale. L’impressione è un po’ quella di essere stati catapultati all’interno di un fumetto delle Zio Tibia, dove gore, grottesco e suspense trovano il giusto equilibrio. Dei cinque episodi di Southbound, il migliore è il terzo, quello dell’uomo che investe la ragazza in mezzo alla strada e  viene convinto da una voce femminile al cellulare a praticarle, tra le altre cose, un massaggio cardiaco sottopelle… Da brivido, ma col sorriso sulla bocca.