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Sono solo fantasmi

2019
Titolo Originale:
Sono solo fantasmi
REGIA:
Christian De Sica, Brando De Sica
CAST:
Carlo Buccirosso (Carlo)
Gianmarco Tognazzi (Ugo)
Christian De Sica (Thomas)

Il nostro giudizio

Sono solo fantasmi è un film del 2019, diretto da Christian De Sica.

Dispiace parlar male di un film con un bravo attore come Christian De Sica, ma stavolta il figlio di cotanto padre, alla sua nona prova da regista, con Sono solo fantasmi, ha realizzato un pasticciaccio brutto a metà fra commedia natalizia e comic-horror, genere, per altro, ampiamente navigato da ben altri prodotti internazionali (in primis Gosthbusters, ma anche – perché no – i vari Scream, solo per fare due esempi fra mille). Prodotto da Indian e distribuito da Medusa, il film si sbriciola già dalle prime sequenze. Al 17 novembre ha incassato 812.443 euro, con 124.436 presenze in sala, battutto solo (di poco), fra gli italiani, da Il giorno più bello del mondo di Alessandro Siani. Certo che i cinepanettoni hanno goduto di ben altri incassi… da un minimo di 18 a un massimo di 25 milioni di euro… già i cinepanettoni, genere cui De Sica farebbe bene a tornare al galoppo, nonostante il suo primo film come regista, Faccione (del lontano ’91) non era niente male. Fra gli ingredienti del minestrone: musiche che vanno da You Never Can Tell da Pulp Fiction a ‘O sole mio cantato a squarciagola su un taxi fino al rap partenopeo di Clementino sui titoli di coda; effetti speciali di fantamostri decisamente modesti; Carmen Russo in tv alle prese con il mago Thomas, ovvero il personaggio interpretato da Christian (notevolmente ingrassato), prestigiatore in crisi che si arrabatta a Roma nei salotti tv, in lotta con una ex moglie bisbetica. E c’è persino una citazione del Golconda di Magritte.

D’improvviso, il colpo di scena: Thomas viene a sapere della morte del papà ed è costretto a raggiungere la casa paterna a Napoli insieme con il fratello Carlo (Buccirosso che vive da anni a Milano e parla come Guido Nicheli buonanima). Quando i due si incontrano scoprono di avere un fratellastro appena uscito dal manicomio (Ugo, Gianmarco Tognazzi, grande padre due citazione) e deciso a non tornarci, il solo rimasto in quell’inquietante vecchio appartamento che – affermano i parenti – è popolato da fantasmi. Naturalmente Thomas e Carlo non ci credono, ma dovranno presto ricredersi. A capo della fantasmatica congiura c’è infatti una janara, ovvero una tradizionale strega campana, finita sul rogo secoli prima e decisa a vendicarsi. E così i tre fratelli si trasformano in acchiappafantasmi, con tanto di furgoncino Fiat 850 rosso utilizzato per le ricerche in giro per le vie di Spaccanapoli. Solo che non sono Bill Murray e Danny Aykroyd. In casa volano sedie e tavoli, appaiono ectoplasmi dagli armadi, insomma il consueto repertorio da poltergeist; fuori, nei pressi del pozzo dove venne gettata la strega, la demoniaca presenza si palesa: una sorta di zombi che verrà eliminata proprio dal defunto padre dei tre, un giocatore spendaccione inaffidabile, interpretato da… Vittorio De Sica, ovvero da Christian truccato come suo padre.

E qui casca ancora l’asino. Christian è suo figlio laddove vale il detto protofemminista “il padre è mio e me lo gestisco io”. Ma Vittorio De Sica è pure patrimonio dell’umanità e vedere così, sia pur amorevolmente, sbuffoncellato, l’autore di Miracolo a Milano e Sciuscià, soprattutto nella scena finale, quando Vittorio (in bianco/nero) saluta e si allontana dopo aver compiuto la propria missione, fa un po’ tristezza. «Mio padre», ha detto Christian, «amava molto quella città, quindi era inevitabile che ci fossero dei richiami ad alcuni suoi vecchi film da L’oro di Napoli a Matrimonio all’italiana». Aggiungendo che questo film rappresenta un «ritorno al genere». Già, ma quale genere? Naturalmente la valenza horror (si fa per dire…) viene mixata con le  consuete battute da cinepanettone: c’è il fantasma scoreggione, c’è Buccirosso che si piscia addosso nel letto, ci sono innumerevoli fanculo e vattelapprenderenelculo. Ma anche qualche gag un gradino più in alto che strappa un sorriso sincero. E pensare che Christian De Sica aveva tentato di ottenere i diritti  di Oscar insanguinato (’73), di Douglas Hickox, con un grande Vincent Price: sarebbe stato un film in cui lui e Boldi uccidevano serialmente critici cinematografici a loro avversi. Non se ne fece nulla per una questione di diritti non reperiti. Peccato, sarebbe stato certo un prodotto molto più originale di questo Sono solo fantasmi.