Featured Image

Snowpiercer

2020
REGIA:
James Hawes, Sam Miller, Helen Shaver, Frederick E.O. Toye, David Frazee, Leslie Hope, Clare Kilner
CAST:
Jennifer Connelly (Melanie Cavill)
Daveed Diggs (Layton Andre)
Katie McGuinness (Josie Wellstead McConnell)

Il nostro giudizio

Snowpiercer è una serie tv del 2020, ideata da Graeme Manson e  Josh Friedman.

Stando alle premesse di Snowpiercer, la nuova serie Netflix ambientata nel 2021, dovremmo esserci gettati la catastrofe climatica alle spalle già da molto tempo, sette anni dopo l’inizio di una nuova era glaciale innescata accidentalmente da scienziati che cercavano di fermare il riscaldamento globale, con conseguenze più devastanti di quel che si voleva combattere: il raffreddamento estremo rende la terra inabitabile e solo poche migliaia di persone sopravvivono a bordo di un treno a moto perpetuo che viaggia percorrendo sistematici giri intorno al mondo. Questa premessa può sembra familiare a chi ha visto il film omonimo del premio Oscar Bong Joon Ho, uscito nel 2013; la serie è un remake del film (Bong ne è produttore esecutivo insieme al regista sudcoreano Park Chan-wook) e, come la versione cinematografica, è basata sulla graphic novel francese “Le Transperceneige” del 1982. Lo snowpiercer è un microcosmo che ospita una società differenziata per classi sociali alloggiate nei rispettivi vagoni (più di mille). Ci sono membri dell’élite che conducono una vita lussuosa nelle carrozze di prima classe e, nonostante le circostanze esterne, in gran parte si dedicano ad attività spensierate. Nel secondo e terzo livello, le condizioni di vita diventano sempre più difficili e nella parte terminale del treno, la cosiddetta Coda, gli emarginati vegetano uno addosso all’altro, come nella versione distopica di un rifugio per senzatetto. Sono passeggeri non vedenti che hanno ottenuto l’accesso senza biglietto prima della partenza del treno, rigorosamente regolati dallo staff dirigente con il suo servizio di sicurezza e non sono autorizzati a lasciare i carri posteriori – a meno che uno dei loro figli non sia un prescelto ammesso alle lezioni scolastiche dei primi vagoni. Nelle e tra le diverse classi c’è tutto ciò, su piccola scala, che esisteva prima della catastrofe: ristoranti di lusso e discoteche, fattorie agricole e carri bestiame, reparti medici e aule.

E proprio davanti, in un reparto accessibile solo a pochissimi, ci sono quelli che controllano letteralmente il destino del resto dell’umanità. Jennifer Connelly interpreta il ruolo, che nel film era di Tilda Swinton, del capo del servizio clienti e “voce del treno”, che fa gli annunci quotidiani attraverso il sistema di altoparlanti. La sua figura è  più differenziata rispetto alla Swinton, poiché Melanie Cavill, questo il nome del suo personaggio, passa costantemente da cordialità a durezza con gran maestria; alla fine della sequenza di apertura, diventa chiaro che svolge davvero un ruolo molto più importante di quanto non sembri. Andre Layton (Daveed Diggs), un residente della Coda, è un buon esempio dell’estremità opposta della piramide sociale orizzontale. Il fatto che fosse l’unico ed esperto investigatore della commissione omicidi a bordo gli consente una “vacanza” inaspettata nei vagoni anteriori: la Cavill lo recluta per intraprendere le indagini su una serie di omicidi che perseguitano la prima classe. Insieme al duro Bess Till (Mickey Sumner) del servizio di sicurezza, va alla ricerca di tracce, mentre segretamente cerca di spiare per ottenere informazioni che possano cambiare il destino della gente in Coda attraverso una rivoluzione. Molta carne al fuoco per questa prima stagione: distopia sociale, lotta di classe e crimine. Quest’ultimo è l’elemento più superfluo fin dai primi episodi, ed anche se si sviluppa nello scorrere delle puntate, resta sempre secondario rispetto al tema sociale, che invece crea suspense e tensioni. Il panorama sociale in formato miniatura è molto interessante: da un lato ci sono le scene difficili nella Coda in cui le persone si suicidano e gli insorti vengono puniti brutalmente, in aperto contrasto con le scene di lussuosa vita quotidiana della classe superiore che sembrano quasi satiriche in vista della sempre presente minaccia esistenziale.

Entrambe riescono ad esprimere l’estremo attaccamento alla vita dell’essere umano, sia quando le condizioni di sopravvivenza sono disumane, sia quando ci si abbandona ad una frenetica  e grottesca ricerca del lusso e del divertimento. Nel complesso, l’intero stile di Snowpiercer è molto più realistico di quello della versione cinematografica, e il passaggio da scene d’azione a sequenze più tranquille sembra più organico. La serie, però, ha la pecca di non riuscire a far inquadrare da subito i troppi personaggi, con apparizioni troppo brevi per lasciare un’impressione duratura. Oltre a Cavill e Layton, solo (ma in misura minore) Till e Josie Wellstead, una residente della Coda interpretata da Katie McGuinness, riescono a lasciare il segno. Non è invece sempre chiaro ciò che caratterizza tutti gli altri passeggeri e il personale del treno; sapere da che parte stanno, effetto voluto per creare suspense sulle varie coalizioni e tradimenti in vista della rivoluzione, in alcuni momenti crea nello spettatore attimi di smarrimento. Anche l’aspetto tecnico non è completamente maturo: se l’attrezzatura dei vari vagoni è convincente, le poche immagini dall’esterno del treno sembrano purtroppo essere state messe insieme rapidamente sul computer. Snowpiercer ha un affascinante punto di partenza e un grande arsenale di personaggi potenzialmente interessanti. Il ritmo è molto convincente e tiene lo spettatore attaccato alla sedia, se cosi si può dire, e l’insieme di tutti gli ingredienti riesce a dare dignità ad un prodotto che si conclude in maniera un po’ (im)prevedibile, rimandando ufficialmente il pubblico alla prossima stagione.