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Smile

2022
REGIA:
Parker Finn
CAST:
Sosie Bacon (Dr. Rose Cotter)
Kyle Gallner (Joel)
Caitlin Stasey (Laura Weaver)

Il nostro giudizio

Smile è un film horror del 2022 scritto e diretto da Parker Finn.

Halloween si avvicina e il cinema horror comincia a sganciare le prime bombette. Una di queste è Smile, un film attorno al quale si è creato un passaparola non indifferente ancor prima della sua uscita in sala, grazie anche alla campagna marketing a dir poco agghiacciante che ha infestato -è proprio il caso di dirlo- l’America. Ne è valsa la pena? Direi di si, perché siamo di fronte ad un buon film horror, un film un po’ “piacione” che sa d’avere tutte le carte in regola per incontrare i favori del pubblico medio da multisala e forse anche quello un po’ più raffinato a cui mancano i brividi facili e i salti dalla poltrona. Protagonista di Smile è Rose Cotter, una psichiatra molto dedita alla sua professione e alla vocazione medica. Fidanzata con Trevor e con un rapporto non propriamente limpido con la sorella Holly, la sua vita viene radicalmente sconvolta nel momento in cui una giovane ragazza sua paziente, Laura, si suicida davanti a lei durante una seduta. Laura afferma d’essere perseguitata da qualcosa, un’entità che non esita a prendere la forma di chiunque trasformandone il viso e lasciando un inquietante sorriso sulla vittima.

Dopo il tragico evento anche Rose comincerà ad avere allucinazioni soprannaturali e sarà protagonista di strani fenomeni paranormali che la porteranno in breve tempo alla paranoia più totale e faccia a faccia con un trauma infantile mai superato. Basato sul precedente cortometraggio di Finn dal titolo Laura Hasn’t Slept, Smile ha un unico scopo ovvero quello di far paura. Ci riesce? Si e anche più volte. Certo, in maniera molto sempliciotta, perché non siamo di fronte all’autorialità di un Robert Eggers o di Ari Aster, quanto ad un buon seguace del cinema di James Wan. Dal regista malese Parker Finn riprende e amplia un’idea di regia molto dinamica e, se vogliamo, “disordinata” che Wan utilizza con parsimonia in The Conjuring, mentre in Smile viene srotolata in più momenti. Il regista capovolge il film nel vero senso della parola, una sorte simile a quella che avviene al mondo di Rose che da medico si ritrova improvvisamente dall’altra parte. La performance di Sosie Bacon è il pilastro su cui poggia l’intera storia. Da donna in carriera sicura di sé e con lo scopo di aiutare il prossimo diventa essa stessa una paziente, perché le visioni aumentano e il soprannaturale prende il sopravvento sulla sua vita così come le manie di persecuzione.

Va da sé che nel momento in cui cerca di spiegare cosa le sta accadendo nessuno le crede. L’attrice riesce ad essere incredibilmente vera e spontanea a livello espressivo e gestuale, merito che contribuisce all’immedesimazione del pubblico nel suo status emotivo. Smile è molto suggestivo, funziona anche se il pubblico sa cosa aspettarsi da un’inquadratura. I jumpscares ci sono e sono tanti, ma come ogni buon horror commerciale che si rispetti. Finn però ha dalla sua l’intelligenza di sapere dove, come e quando piazzarli per mantenere costante la tensione. Ha giocato, invece, a suo sfavore un trailer che ha svelato fin troppo delle scene clou, ma a compensare questo errore ci pensa l’efficacia del buio in sala. Menzione d’onore alla resa visiva del villain. Se inizialmente ricorda l’idea di entità persecutrice di It Follows, nel finale si spoglia della maschera e del sorriso mortale mostrandosi in tutto il suo terrificante aspetto. Ricorda -anche se dubito ci sia un vero collegamento- le illustrazioni dei disturbi mentali del fumetto italiano Nel sonno della ragione di Claudio Cicciarelli. Che dire, il periodo più horror dell’anno per tradizione inizia più che bene.