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Slow West

2015
Titolo Originale:
Slow West
REGIA:
John Maclean
CAST:
Kodi Smit-McPhee (Jay Cavendish)
Michael Fassbender (Silas Selleck) Ben Mendelsohn
Aorere Paki (Young Native Boy)

Il nostro giudizio

Slow West è un film del 2015, diretto da John MacLean.

C’era una volta un giovane aristocratico scozzese di nome Jay Cavendish, in viaggio a cavallo, per amore, dalla Gran Bretagna alla frontiera americana. Animo gentile e sensibile scrutatore del cielo e delle passioni degli uomini, il ragazzo trovò sul suo cammino il fuorilegge Silas, eroe vagabondo, novello Clint Eastwood. Da questo incontro impararono entrambi moltissimo, sulla vita, sull’amore e, neanche a dirlo, sulla morte. Già premio della giuria al Sundance Film Festival 2015, Slow West è una piccola perla del musicista britannico John Maclean, fondatore delle band di culto The Beta Band e The Aliens, senza le quali oggi non esisterebbero gran parte della scena indie rock ed elettronica attuale, qui al suo esordio cinematografico come scrittore e sceneggiatore. Western atipico e malinconico, surreale e grottesco, feroce e poetico. Un road movie dove si incontrano personaggi meschini e approfittatori, spietati criminali e timidi assassini.

Slow West segna un passaggio, lento e svogliato, da un’epoca all’altra. Apre un violento varco geografico e storico, vi è infatti uno spostamento da Est a Ovest e, contemporaneamente, uno dal vecchio west alla modernità, a presagire consapevolmente un futuro non troppo roseo. Il presente si intromette ripetutamente nel racconto, l’occhio del regista non giudica e non distingue i buoni dai cattivi. La sopravvivenza detta la legge. Il pendolo dondola tra il bene e il male, come il continuo alternarsi del giorno e della notte nella narrazione, quasi a non voler indicare un luogo sicuro. In un mondo del genere non riesce a trovare posto un ragazzo innamorato, neanche con l’aiuto di un uomo disilluso e senza rimpianti. Intenerisce il rapporto tra Silas e Jay, ottimamente interpretati rispettivamente da Michael Fassbender (che aveva già collaborato con Maclean ai tempi del suo primo cortometraggio Man on a Motorcycle del 2009) e Kodi Smit-McPhee, quest’ultimo è il ragazzino del bellissimo The Road. Tra i due si instaura un sentimento di amore e odio simile a quello tra Jeff Bridges e la ragazzina visto ne Il Grinta dei Coen.

Slow West però si discosta, nei toni e nelle atmosfere, dal film dei fratelli registi ma trova punti in comune col recente (e meno riuscito) The Salvation. Del film del danese Kristian Levring, condivide lo sguardo europeo e pessimista nei confronti del Nuovo Continente, fatto di speranze spezzate, di cinismo e avidità. La contemporaneità che, ancora una volta, si intrufola nella storia. Ma c’è anche molto del western onirico di Dead Man, con l’ineluttabile che, come nel capolavoro di Jarmusch, si manifesta attraverso situazioni così normali e così strambe. Come nel caso della scena notturna dello scambio di focolare causato dal troppo assenzio o quella fatidica pallottola finale che proprio non ci si aspetta. Non resta allora che perdersi nei meravigliosi panorami che l’America ha da offrire, splendidamente ricercati e fotografati, affidando alla contemplazione delle stelle gli ultimi sprazzi di umanità.