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Slaxx

2020
REGIA:
Elza Kephart
CAST:
Romane Denis (Libby McClean)
Brett Donahue (Craig)
Sehar Bhojani (Shruti)

Il nostro giudizio

Slaxx è una commedia horror del 2020, diretta da Elza Kephart.

Un paio di jeans assassini? È la premessa perfetta per l’ennesimo film trash, ma non per Slaxx. Il film di Elza Kephart disattende le aspettative di chi credeva fosse un’opera vuota e nata solo per il gusto del divertimento e lascia piacevolmente sorpresi. Intendiamoci, ci si diverte e parecchio, ma non è questo a risaltare, anche perché è il minimo che si chiede ad un film dove un capo d’abbigliamento diventa uno spietato serial killer. Il sottotesto di denuncia sociale contro lo sfruttamento minorile è la vera chicca del film, oltre ad essere ferocemente critico nei confronti delle grandi catene d’abbigliamento e dei loro meccanismi interni. Protagonista di Slaxx è Libby, una ragazza giovane e piena d’entusiasmo al suo primo giorno di lavoro nella grande catena d’abbigliamento CCC (Canadian Cotton Clothiers). Sogna da sempre di lavorarci, perché ammira la loro politica di moda ecosostenibile. Coincidenza vuole che il suo primo giorno di lavoro corrisponda al lancio di un nuovo capo d’abbigliamento rivoluzionario: i Super Shapers, un paio di jeans che in base alla temperatura corporea si adattano perfettamente al corpo di chi li indossa.

Il team che allestisce il negozio non vede l’ora, ma nessuno potrebbe mai immaginare ciò che accadrà di lì a poco: un paio di Super Shapers prenderanno vita uccidendo chiunque incontrino. Raccontata così la trama suona decisamente ironica e supera di gran lunga i confini del trash consentito, ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze e date una possibilità a questo film che, inoltre, ha una durata davvero esigua e si lascia guardare senza problemi. Visto in prospettiva Slaxx potrebbe essere definito uno slasher, ma non si ferma solo ad accogliere alcuni archetipi del genere. Infatti, li modella un po’ a suo piacimento, sfruttandoli per un “bene superiore”. I jeans assassini e il loro ruolo da un lato testimoniano il fatto che chi sta all’apice della piramide non sa come i vestiti vengano prodotti oppure, ancor peggio, lo sa e lo nasconde per non macchiare il buon nome dell’azienda; dall’altro sono parte integrante di un meccanismo che dalla raccolta della materia prima arriva fino all’ultimo step ovvero la messa in vendita in negozio.

La panoramica del punto vendita che Kephart ci propone è incredibilmente veritiera seppur esasperata. Alcuni dei commessi sono fuori di testa per il troppo lavoro, altri hanno tutta l’aria di essere diventati degli automi. E poi c’è Libby, un’anima ancora pura all’interno di quella vasca per squali che è la CCC che, inevitabilmente, si scontra con Craig. Responsabile del negozio, è il personaggio che viene leggermente messo in luce più degli altri, ma perché il suo ruolo ha uno scopo ben preciso ai fini della trama. Tutti, in ogni caso, hanno ricevuto particolare cura e dedizione nella sceneggiatura. Slaxx è uno di quei film che non ci si aspetta. La regista di Graveyard Alive: A Zombie Nurse in Love (suo precedente film), continua ad interessarsi a tematiche di un certo spessore, utilizzando i film come veicolo di trasmissione di un messaggio e, in questo particolare caso, di una critica assolutamente non velata. L’efficacia e la buona riuscita del film è da ricercare nell’equilibrio perfettamente bilanciato tra toni ironici e grotteschi di un incipit trash dato dai jeans serial killer con la serietà di un tema sempre attuale come il lavoro minorile. Il finale è cattivo, ma riflettendoci non poteva che essere così.