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Shokuzai

2012
Titolo Originale:
Shokuzai
REGIA:
Kiyoshi Kurosawa
CAST:
Kyôko Koizumi
Yû Aoi
Eiko Koike

Il nostro giudizio

Shokuzai: una serie tv di quasi cinque ore che ruota intorno all’omicidio di una bambina diretta dal maestro del cinema della paura giapponese Kiyoshi Kurosawa.

Quindici anni prima una bambina viene assassinata da un misterioso personaggio mentre giocava nel cortile della scuola con le sue cinque amiche. La madre sconvolta promette alla ragazzine che non le perdonerà mai per non averla protetta. Quindici anni dopo le amiche non sono più amiche e ognuna di loro ha intrapreso una propria strada, ma il passato crudele torna a cercarle…

Il maestro della paura giapponese, Kiyoshi Kurosawa, si cimenta con una mini-serie tv tratta dall’omonimo romanzo di Kanae Minato,

Shokuzai (= castigo) acclamato romanziere del sol levante che aveva già ispirato Tetsuya Nakashima per il controverso Confessions (Kokuhaku, 2010). La storia si apre con il cruento omicidio di una bambina che, mentre giocava con le amiche in giardino, viene rapita da uno sconosciuto che si finge un idraulico. L’incipit è di quelli forti che acchiappano subito l’attenzione. Il dolore della madre, il senso di smarrimento delle bambine, l’impotenza della polizia. Tutto prima dei titoli di testa. La mini-serie si sviluppa in capitoli, cinque, di un’ora (quasi) l’uno. In ogni episodio seguiamo il destino delle amiche, Sae, Maki, Akiko e Yuka, ognuna costretta, quindici anni dopo, a confrontarsi con una maledizione che non le ha mai abbandonate.

1. La bambola francese: Sae (Yû Aoi) si è rinchiusa in se stessa e ha rifiutato di crescere, tanto che il suo corpo non ha ancora sperimentato il coming of age delle mestruazioni. Incontra un uomo, che era stato bambino con lei nella scuola dove si è consumato l’omicidio. Lui la lusinga, la seduce e la chiede in sposa, senza aver mai provato a portarla a letto. Il motivo? L’uomo è un feticista delle bambole di porcella e il suo scopo non è far l’amore con la compagna ma trasformarla in un essere inanimato.

2. Assemblea straordinaria dell’associazione genitori-docenti: Maki (Eiko Koike), diventata una maestra elementare, un giorno è costretta a fronteggiare un maniaco armato di coltello che minaccia i bambini. L’esperienza rievocare l’incubo della morte dell’amica e darà sfogo a una violenza inaspettata.

3. Fratello orso e sorella orsa: Akiko (Sakura Ando) è un’adolescente emarginata che vive ancora in famiglia e non vuole aprirsi al mondo. Riconosce nello zio un potenziale pedofilo e senza cercare conferme ai propri dubbi lo uccide strangolandolo con un corda da ginnastica mentre gioca con la cuginetta.

4. Dieci mesi, dieci giorni: Per Yuka (Chizuru Ikewaki) il destino si è rivelato beffardo. Rispetto alla altre non cova un desiderio di distruzione, ma di affermazione nei confronti della vita, passando da un letto all’altro, compreso quello del marito della sorella. Resterà incinta ma non sarà un epilogo felice.

5. Il castigo: La madre della ragazzina uccisa, Adachi Asako(Kyoko Koizumi), scopre con quindici anni di ritardo l’assassino e le sue motivazione, ma la rivelazione sarà ancora più amara del previsto.

Dei cinque episodi il migliore è probabilmente il primo, dove Kurosawa, che si cimenta con una storia che non ha nulla a che vedere col soprannaturale, riesce a evocare atmosfere da film horror che lasciano agghiacciati. Il resto si trascina un po’ lentamente verso un finale che riserva ancora molte sorprese. Certo il mezzo televisivo, pur dando il giusto respiro a una storia piena di snodi e rivelazioni che avrebbero sicuramente sofferto al cinema, manca però di quella forza e di quella visionarietà che Kurosawa c’aveva abituato altrove. Dimenticatevi CureKairo e persino Loft, questa purtroppo è un’altra cosa. Carino ma non essenziale.