Shield of Straw è un film del 2013, diretto da Takashi Miike.

Un pedofilo assassino viene arrestato. La polizia lo scorta da Fukuoka a Tokio, ma lungo il tragitto si dirama via internet la richiesta del ricco nonno di una delle vittime. Il magnate ricoprirà d’oro chiunque uccida il pervertito o almeno tenti di farlo. Piatto ricco, mi ci ficco! E per la scorta saranno cazzi. Di chi ci si può fidare? Ma di nessuno… no!?! Con questa “cosa” qua il regista di Gozu e Ichi the Killer arriva in competizione a Cannes. Peccato. Infatti non ha vinto manco una cerata di tela per ripararsi dal bel tempo che faceva sulla Croisette. Non che Shield of Straw faccia schifo, intendiamoci.

È un film da multiplex, come tanti, di quelli che non avrebbero sfigurato nel carnet di Tony Scott, pace all’anima sua. La storia, poi, è un po’ quella che la Drudi aveva immaginato per Palermo-Milano solo andata, copiando a sua volta il Lenzi di Da Corleone a Brooklyn. Insomma è come se Tony Scott avesse fatto un Palermo-Milano in salsa di soia, un “Fukuoka-Tokio solo andata”. Però dietro la cinepresa c’è Miike, quindi… Quindi niente, perché MIike ha sempre fatto tutto e il contrario di tutto, dal mainstream patinato, al cinema scoreggione, dalle favole per bambini al prodotto sperimentale fino alla commedia giovanilistica. Limite e genio di un regista buono per tutte le stagioni che però a noi piace sotto ben altre spoglie.