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She Killed in Ecstasy

1970
Titolo Originale:
Sie tötete in Ekstase
REGIA:
Frank Hollman [Jess Franco]
CAST:
Soledad Miranda [Susann Korda] (Mrs. Johnson)
Fred Williams (Dr. Johnson)
Howard Vernon (Prof. Jonathan Walker)

Il nostro giudizio

She Killed in Ecstasy è un film del 1970, diretto da Jess Franco

Film di amore e morte per eccellenza, She Killed in Ecstasy ha uno stile franchiano non soltanto per le tematiche ma anche e soprattutto per il modo in cui è girato: un estremo omaggio alla bellezza e all’eleganza (che si esplica anche nelle scene in cui appare svestita) della meravigliosa “sevillana” Soledad Miranda, qui al suo penultimo film e destinata a perire di lì a poco, ironia del destino, in un incidente automobilistico, proprio come nel film. Come spesso accade nel cinema di Jess Franco, anche qui il regista madrileno cita se stesso, e precisamente Miss Muerte, di cui riprende il tema fondamentale (anche se sicuramente ci sono dei debiti verso La sposa in nero di Truffaut) della donna che cerca vendetta. Nel film del ‘65 era una figlia che vendicava il padre, qui è una moglie che vendica il marito che amava: in entrambi i casi l’uomo amato è uno scienziato che precorre i tempi e non è capito, boicottato, umiliato, ostracizzato e ridicolizzato.

Dove i due film divergono, e non è un dettaglio da poco, è nel mezzo che i due “angeli sterminatori” utilizzano per eliminare le vittime designate. In Miss Muerte l’aspetto scientifico era preponderante, tra macchinari fantascientifici e personaggi ridotti ad automi che uccidevano senza rimorsi spinti da un impulso irrefrenabile. Qui la vendetta viene perseguita e raggiunta in prima persona attraverso il sesso: mrs. Johnson punisce le sue vittime circuendole con la seduzione, stordendole carnalmente e infine uccidendole con le armi più consuete. La mantide appare mimetizzata con una semplice parrucca e basta questo per far sì che le sue vittime non la riconoscano. Tra le scene degli omicidi, inframmezzate dal ricordo degli amplessi tra la Johnson e il marito, sono particolarmente efficaci quelli di Walker (Howard Vernon) e del dr. Donan (Jess Franco), sia per la fantasia delle torture a cui sono sottoposti (donando l’estasi, la mantide fa sì che la morte diventi il momento più alto del climax) che per la stupenda ambientazione nella quale vengono “puniti”: stanze di un nitore accecante, mobili in puro stile Pop Art, colori sgargianti, rossi fiammeggianti, gialli accecanti, neri profondissimi, sfumature cubiste e dadaiste.

La casa dell’ultimo delitto di She Killed in Ecstasy è la futuristica El Xanadú, progettata nel 1968 dall’architetto Ricardo Bofill a Calpe e presenza fissa in altre pellicole future di Franco. Soledad Miranda – piccoli seni, corpo acerbo di fanciulla, ingannevole sguardo triste – si presenta vestita di nero o di viola, appare malinconica ma sensuale annunciando alle sue vittime quello che sarà il loro destino. Seppur criticato da alcune parti (Alain Petit), il commento musicale (con brani di Manfred Hübler, Siegfried Schwab e Bruno Nicolai, in parte già utilizzati per Vampyros Lesbos), così straniante e ricco di suggestioni orientali, è perfetto corollario del periodo in cui il film è stato girato, degno sottofondo ai deliri vendicativi della bella Soledad.