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Scream

2015
Titolo Originale:
Scream - The tv Series
CAST:
Willa Fitzgerald (Emma Duval)
Bex Taylor-Klaus (Audrey Jensen)
John Karna (Noah Foster)

Il nostro giudizio

Scream è una serie tv del 2015, ideata da Jill Blotevogel, Dan Dworkin e Jay Beattie

Ispirata a Scream del 1996, diventato poi il primo di una quadrilogia i cui sequel non ebbero però la notorietà del primo, Scream-la serie, fin dall’episodio pilota, mette  in chiaro che il suo scopo principale è quello di adattare il film alla TV, attraverso una sorta di nuovo racconto dei fatti piuttosto che una continuazione di essi.Praticamente, la stessa storia narrata con nuovi personaggi, in una nuova impostazione  e con un tocco di moderno. E sembra strano parlare di modernizzazione di un film che, oltre a essere solo 20 anni vecchio, all’epoca aveva rappresentato la nuova frontiera dell’horror .Ma in venti anni molte cose sono cambiate, soprattutto  in campo tecnologico: basti pensare al fatto che se nel film  il fatto di possedere un telefono cellulare poteva fare di un personaggio un sospetto,  nell’universo della serie tv  il fatto di non possederlo potrebbe rendere qualcuno un sospettato. Bella Thorne, presente come guest-star, eredita il ruolo di prima vittima che nel film fu di Drew Barrymore: invece di una telefonata riceve degli interessanti messaggi sullo smartphone che alla fine la condurranno alla morte in piscina.  Questo primo omicidio è ben rappresentato e la scelta di sostituire le telefonate con i messaggi si rivela molto efficace: grande spargimento di sangue, in piena sintonia con il genere. E sarà una situazione a cui ci troveremo ad assistere molte volte.

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Questo omicidio insieme a un episodio di cyber-bullismo daranno il  via a tutta la vicenda: il macabro assassinio fa venire in mente violenti omicidi risalenti a due decadi prima e  mette in allerta tutta la cittadina, con il timore che un emulo sia in azione. L’ambientazione della serie è molto simile a quella del film, con un gruppo di teenagers in cui spicca il personaggio di Emma (Willa Fitzgerald), la cui madre era  scampata a un tentativo di omicidio da parte  del killer di venti anni prima. Tornando al tema dell’uso della tecnologia che dovrebbe sancire la modernizzazione della serie rispetto al film, se è vero che essa risponde bene al suo scopo (con il killer che telefona, sì, ma per lo più invia messaggi scritti farciti di GIF, video e quant’altro) qualche volta si ha la sensazione di un’esagerazione – forse voluta – della presenza dei media, quasi a voler stancare lo spettatore: a scuola tutti ricevono in continuazione messaggi testuali  del killer – e se non sono proprio tutti, beh, la sensazione è quella. Le GIF la fanno da padrone in diversi episodi, la corsa al virale è talvolta di un’ossessività molto vicina alla stupidaggine, come se si volesse a tutti i costi insistere sulla presenza della moderna tecnologia nello show. Probabilmente queste scelte evidenziano la volontà degli ideatori di attirare il pubblico degli attuali teenagers, ma non sappiamo fino a quanto un sedicenne di oggi possa riconoscersi in un andamento dell’uso dei social media così estremo e soffocante. Con buona pace degli spettatori di oltre venti o trent’anni.

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Ovviamente anche l’assassino ha una maschera, diversa, meno accattivante (ripetere la genialità della maschera teschio era impossibile), molto più tetra e ripugnante, ma nonostante tutti questi cambiamenti “in peggio” , almeno per i fan del film, lo spettacolo si lascia guardare, riesce a trascinare lo spettatore, sicuramente anche grazie ai personaggi, non grandiosi forse, ma recitati con impegno. John Karna  nel ruolo di Noah ha probabilmente la parte migliore, lui sarebbe il Randy che nel film fu recitato da Jamie Kennedy. Noah è anche responsabile dell’importante aspetto meta: nel primo episodio parla della situazione del film horror allo stato attuale e di come non potrà mai esserci uno slasher  televisivo in quanto personaggi principali morirebbero ad ogni episodio. Cosa che poi si verificherà puntualmente nella serie in corso. La confezione è molto accurata, patinata al punto giusto e per nulla in odore di una poco indicata sobrietà: tutto è girato e messo in scena bene, evidenziando un certo talento del bel mix di  registi che hanno diretto gli episodi. Brian Dannelly, esperto soprattutto di telefilm per teenager, Tim Hunter (forse il migliore) e poi i  veterani Rodman Flender (Idle Hands) e Ti West (The House of the Devil) a cui si aggiungono emergenti come Leigh Janiak, Julius Ramsay e Scott Speer.