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Red hill

2010
Titolo Originale:
Red Hill
REGIA:
Patrick Hughes
CAST:
Ryan Kwanten (Shane Cooper)
Steve Bisley (Old Bill)
Tom E. Lewis (Jimmy Conway)

Il nostro giudizio

Red Hill: un western alla Rodriguez, che ha per protagonista un killer assetato di vendetta e di sangue.

Nel 2010 il western, la gran parte delle volte, è una cornice autoriale. Un universo di rimandi e significati filtrati dallo sguardo contemporaneo. Altre volte è una cartolina; suggestione fatta di facce e polvere in costante bilico tra retorica e nostalgia, come in Broken Trail di Walter Hill o Appaloosa di Ed Harris. Raramente, come nell’australiano Red Hill, il western diviene un giocoso (quanto velleitario) luna park che omaggia il genere con anima genuina e allo stesso tempo smaccatamente commerciale.

Il film, scritto e diretto da Patrick Hughes, potrebbe infatti essere uno slasher, o una cosa alla Robert Rodriguez e non cambierebbe molto, visto che l’esile costrutto narrativo ha come unico scopo la preparazione alla carneficina del mezzo aborigeno Jimmy Conway, indistruttibile killer, fuggito dal carcere per vendicarsi della polizia locale, colpevole di avergli stuprato e ucciso la moglie nel passato. Sul suo cammino finisce il giovane poliziotto Shane Cooper (interpretato da quel sublime e incapace mezzo macho di Ryan Kwanten, noto per il suo Jason “trombotutto” Stackhouse di True Blood), appena trasferitosi nella piccola cittadina addormentata di Red Hill per favorire la gravidanza quieta della moglie. Compresa la sua estraneità alle vicende Jimmy ovviamente lo risparmia.

Dialoghi e plot sono messi lì per rimpinguare la sete di sangue e i numerosi rimandi al genere sono gratuiti e poco sofisticati, ma anche a loro modo gustosi per spirito dissacrante. Il duello conclusivo è molto divertente e Ryan Kwanten a cavallo nella notte sotto la pioggia battente varrebbe da solo il prezzo del biglietto. Da citare anche la colonna sonora rock, degno score per un film che vola basso ma che sa intrattenere con furbizia e ironia.