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Quello che non ti uccide

2020
Titolo Originale:
Boss Level
REGIA:
Joe Carnahan
CAST:
Frank Grillo (Roy Pulver)
Mel Gibson (Clive Ventor)
Naomi Watts (Jemma Wells)

Il nostro giudizio

Quello che non ti uccide è un film del 2020, diretto da Joe Carnahan.

Roy (Frank Grillo) è un ex ufficiale delle forze speciali costretto a rivivere in eterno la stessa giornata: ogni mattina, una squadra di mercenari senza pietà lo insegue per la città con l’unico obiettivo di ucciderlo. Ma anche sfuggendo alle loro grinfie, Roy non può nulla contro l’apocalisse che si abbatte sempre alla stessa ora sul mondo. Forse l’unica soluzione è quella di uccidere il “boss finale”, il capo della sua ex moglie Jemma (Naomi Watts) che ha dato inizio a questo  loop infernale. Loop temporali, la fuga da una morte ripetuta, la fine del mondo, l’impostazione videoludica, la voce narrante e didascalica del protagonista: Chris e Eddie Borey, sceneggiatori insieme al regista Joe Carnahan, riescono a incastrare in un’unica storia tutti i topoi, le soluzioni narrative e i cliché più banali degli ultimi anni, qui richiamati nella loro forma più piatta e fastidiosa. Ma c’è spazio anche per gli elementi già da molto cari all’action americana, come un protagonista divorziato, un figlio che ha bisogno di suo padre, una ex moglie bionda-occhi-azzurri da proteggere e, quindi, riconquistare.

Non basta il loop narrativo per rompere una trama tanto lineare. In fondo, Frank Grillo è un altro Super Mario pompato e cocciuto disposto a tutto per salvare la sua Principessa Peach. Il finale mutilato e inconcludente, poi, ha tutta l’aria di una soluzione facile e veloce più che di un finale aperto a molteplici interpretazioni. Ma esattamente, cosa dovrebbe conquistare il pubblico? L’umorismo da quattro soldi? La fotografia spenta, troppo desaturata? Il pasticcio di situazioni già viste? E’ difficile immaginare lo spettatore ideale per Quello che non ti uccide, perché i limiti sono tanti e particolarmente sentiti, e gli appassionati potrebbero stancarsi già ai primi minuti. La sceneggiatura dei fratelli Borey (gli autori di Open Grave), poi rimaneggiata da Carnahan, ha preso polvere per quasi dieci anni prima di vedere la luce. Ma forse, viene da pensare, certi sogni stanno bene nel proprio cassetto. Piatto, noioso e ripetitivo: la visione di Quello che non ti uccide non è certo vietata, ma “fortemente sconsigliata”.