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Predestination

2014
Titolo Originale:
Predestination
REGIA:
Michael e Peter Spierig
CAST:
Ethan Hawke (The Barkeep)
Sarah Snook (Ragazza-madre)
Christopher Kirby (Mr. Miles)

Il nostro giudizio

Predestination è un film del 2014, diretto dai fratelli Spierig.

Robert Anson Heinlein, classe 1907, è stato uno dei protagonisti dell’età d’oro della fantascienza americana. Fu uno dei primi autori a uscire dal ghetto del pulp grazie al suo approccio sociologico al genere, quando, a partire dal 1947, iniziò a pubblicare alcuni racconti sul Suturday Evening Post. Scrisse soggetto e sceneggiatura di Uomini sulla Luna, che gli fece guadagnare un Oscar, e si dedicò fino agli anni Cinquanta alla stesura di un filone dedicato agli adolescenti (anticipando la corrente young adult) che si concluse con il controverso Fanteria dello Spazio nel 1959. Dello stesso anno fu il racconto Tutti i miei fantasmi (All You Zombies) dal quale i fratelli Spierig hanno tratto Predestination.

Dopo l’acerbo ma divertente Undead e a cinque anni di distanza da Daybreakers, la coppia di registi ritorna alla fantascienza affidando ancora una volta il ruolo di protagonista a Ethan Hawke, un timecop senza nome che ha come unica missione quella di viaggiare nel tempo per fermare un dinamitardo che da anni semina il terrore a New York. Assunta l’identità di un barista, l’agente aspetta il momento giusto per entrare in azione, quando nel bar entra un misterioso individuo che gli racconta l’incredibile storia della sua vita. Che ci sia un nesso col terrorista? A fianco di Hawke, la giovane attrice australiana Sarah Snook dà vita e sostanza a un personaggio che va ben oltre la quarta dimensione e i generi, interpretando un carattere complesso e cruciale.

Ci sarebbe da gridare al miracolo: i Fratelli Spierig hanno fatto un buon film! Da loro tutto ci si aspettava tranne che un fanta-thriller ben confezionato, ricco di colpi di scena e personaggi credibili. Consapevoli che il terreno dei paradossi temporali è rischiosissimo (a meno di non chiamarsi Nolan o Zemeckis), gli Spierig spiazzano le aspettative, ci vanno piano con l’azione e confezionano una sorta di kammerspiel incentrato sul toccante racconto di un “uomo che un tempo fu donna”, fregandosene degli inevitabili buchi di sceneggiatura.