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Povere creature!

2023
Titolo Originale:
Poor Things
REGIA:
Yorgos Lanthimos
CAST:
Emma Stone (Bella Baxter)
Mark Ruffalo (Duncan Wedderburn)
Willem Dafoe (dott. Godwin Baxter)

Il nostro giudizio

Povere creature! è un film del 2023 diretto da Yorgos Lanthimos.

Con Povere creature! (Poor Things), Yorgos Lanthimos spazza via cervi sacri, aragoste e altri cerebralismi dei film precedenti, per sorprenderci con una storia Frankenstein/style irriverente, libera e scatenata, ambientata in un mondo steampunk che sa di Gilliam e Burton, quelli dei tempi migliori. Lo spunto nasce a metà strada tra il celebre romanzo gotico di Mary Shelley e il film di James Whale, La moglie di Frankenstein (1935), sequel del primo film cult, diretto dallo stesso Whale nel 1931. A questo Lanthimos ci aggiunge una sensibilità contemporanea nonché un gusto iconoclasta e sfrontato che trova in Emma Stone la perfetta incarnazione di un femminile pericoloso (in senso buono), che rompe tutti gli schemi di femminismo e patriarcato, con tutto il rispetto per quella grande operazione di marketing che è stata Barbie. Due parole sulla trama: il chirurgo inglese Godwin Baxter, interpretato da un delicato Willem Dafoe, il cui volto pieno di cicatrici richiama l’iconica figura della creatura di Frankenstein imposta da Whale quasi un secolo fa, riporta in vita il corpo di una donna incinta appena suicidatasi. La donna, incarnata da una strepitosa Emma Stone nel ruolo della sua carriera, si comporta come se fosse una bambina, a cominciare dai movimenti scoordinati fino ai dispetti tipici di chi sta scoprendo il mondo in modo giocoso. Per registrare i progressi della sua creatura, il dottor Baxter si fa aiutare da un suo allievo, Max McCandless (Ramy Youssef) che si infatua della attraente creatura, battezzata dal dottore Bella. Quest’ultima inizia a scoprire il sesso e la masturbazione, avendo atteggiamenti disinibiti di fronte a Max e alla cameriera.

Interviene però un mellifluo avvocato, Duncan Wedderburn, che, attratto dai modi disinibiti di Bella, le offre di scappare con lui per un viaggio in Portogallo e poi a scoprire il mondo. Bella accetta col consenso di Baxter ma Weddenburn, latin-lover spregiudicato, verrà invece spiazzato dal comportamento sessualmente libero e sprezzante delle convenzioni sociali di Bella che, ad un certo punto, non esiterà a scaricarlo per sperimentare la Vita, in tutti i sensi. Ci sarà un ritorno a Londra, ma non per rientrare all’ovile. Come accennato, Povere creature! spariglia le carte anche nel campo della cosiddetta sensibilità woke, mettendo in scena l’esaltante percorso di autoconsapevolezza di una donna che scopre il sesso e l’autodeterminazione al di fuori di qualunque dogma sociale e religioso, senza per questo scadere nel maledettismo e nell’autodistruzione ma anzi, con una esemplare contezza dei propri desideri e aspirazioni, mescolata ad una irresistibile naïveté. Di fronte a tutto questo, la tronfia spavalderia dell’avvocatuccio borghese tombeur de femme, si sgretola inesorabilmente. Ecco dunque che Bella si da in danze selvagge, parla in pubblico di sesso senza pudore ed esprime esplicitamente le proprie aspirazioni riguardo un sano e soddisfacente orgasmo, nonché il miglioramento delle condizioni sociali dell’umanità. Impagabili in tal senso i dialoghi con un’anziana signora incontrata in crociera, incarnata da una agguerrita e irresistibile Hanna Schygulla, perfetta antesignana di Bella.

Il ritmo del film è sfrenato, sia nelle sorprese della trama sia negli exploit di una scatenatissima Emma Stone che dona a Bella la perfetta dose di innocenza, sensualità e brama di vivere. Mai il regista greco era stato così generoso in termini di vitalità filmica, a dispetto dei suoi film più famosi, The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro, freddi e cerebrali. Va detto che con La favorita, del 2019, c’era già stata una certa virata grottesca. Non rinuncia anche qui ad un uso insistito del grandangolo che, in certi momenti, risulta superfluo nonché certe zoomate pure ridondanti. Al di là di questo però Lanthimos costruisce, con l’aiuto degli scenografi Shona Heath e James Price, un mondo narrativo surreale in cui città come Londra, Lisbona e Parigi assumono i contorni di un universo steampunk, contaminato da elementi che lo avvicinano ai migliori Gilliam e Burton, nonché ai fumetti dell’epoca d’oro di Metal Hurlant ed Heavy Metal, Moebius in testa. Divertenti inoltre i riferimenti ai Freaks di Tod Browning, nonché agli ibridi de L’isola del dottor Moreau, con gli incroci bizzarri tra animali di razze diverse che popolano la casa e il giardino del dottor Baxter. A proposito di quest’ultimo, impossibile non soffermarsi sulla sua natura di Freak a sua volta: oltre le già citate cicatrici sul volto, il chirurgo, a causa dei terribili esperimenti subiti in gioventù dal padre, non possiede succhi gastrici nell’intestino e, per poter digerire, si collega ad una macchina mentre mangia, concludendo poi il pranzo con l’emissione, dalla bocca, di un’enorme e rumorosa bolla intestinale. Eppure, nonostante i maltrattamenti da ragazzo, è capace di donare amore a Bella, forse per una naturale empatia tra creature weird. In conclusione, uno dei migliori film visti in concorso a Venezia 80, nonché una divertente e spiazzante scorribanda tra l’immaginario gotico classico, con tutti i riferimenti al posto giusto, e una visione alla base che spazza via perbenismi ed eccessi di sensibilità woke, senza per questo, almeno secondo chi scrive, offendere la sensibilità femminile, ma anzi esaltandone la capacità di autodeterminazione. Se pensiamo infine che Frankenstein fu scritto da una donna che, vivendo in una società retrogada, dovette nascondere il suo nome sulle prime edizioni nel suo romanzo, ci sembra che questo Povere creature!, ispirato proprio alla sua storia più famosa, chiuda il cerchio in modo perfetto.