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Pam & Tommy

2022
REGIA:
Craig Gillespie, Lake Bell, Hannah Fidell
CAST:
Lily James (Pamela Anderson)
Sebastian Stan (Tommy Lee)
Seth Rogen (Rand Gauthier)

Il nostro giudizio

Pam & Tommy è una serie tv del 2022, ideata da Robert Siegel.

Si è conclusa in questa settimana la distribuzione degli otto episodi di Pam & Tommy, miniserie televisiva con Lily James e Sebastian Stan. La cinepresa segue, con un occhio di riguardo alla sfera umana, il primo caso di sex-tape che ha infiammato gli anni ’90. Nell’occhio del ciclone la sex-symbol di Baywatch Pamela Anderson e, suo marito, il batterista dei Mötley Crüe, Tommy Lee. Sul caso in sé è improbale che si possa dire qualcosa di nuovo che non sia già stato espresso in quel lontano 1995; sulla serie tv, invece, contro ogni aspettativa, le riflessioni si rincorrono. É una storia che avrebbe potuto scolpire, secondo il giudizio personale di chi l’ha creata, vittime e carnefici. Non l’ha fatto. Avrebbe potuto sfruttare l’onniscienza di chi sa come sono andate le cose dopo, non fa neanche questo. Avrebbe potuto innestarci, subdolamente, un punto di vista. Non è questo il caso. É semplicemente una narrazione dei fatti, non filtrata dai tabloid, dalle testate giornalistiche, dai programmi tv, di una catastrofe di dimensioni epiche che ha riguardato due persone che si amavano. Ed è una narrazione rispettosa, premurosa, sensibile, attenta ad ogni dettaglio emotivo. Non mancano momenti di ilarità, a tratti quasi disneyani: Tommy Lee che, sotto effetto di ecstasy, confessa al suo pene contrariato di essersi innamorato; la presenza costante, anche nei momenti più drammatici, della versione snob di Nebbia di Peter Pan, a fare da guardia ai tormenti e alle insoddisfazioni della coppia, anche a quelle che non riescono a confessarsi a vicenda; scanzonati e adolescenziali valzer saltati in camera da letto.

Al di là dell’ottima interpretazione degli attori o del fatto che sia indubbiamente uno show scritto molto bene e con intelligenza, ciò di cui bisogna dargli atto è la capacità di aver saputo concedere spazio, non solo alla storia dietro le telecamere, ma anche alla crescita dei protagonisti. Ognuno ha avuto il tempo per vivere la sua evoluzione e farci conoscere le ragioni delle sue azioni. E, soprattutto, c’è il tempo dedicato alle donne, belle, che trent’anni fa dovevano combattere con i denti e con un semipermanente più affilato, ma meno resistente del nostro, per far sentire la loro voce. “Non sai quant’è difficile dire di no in una stanza piena di uomini” dirà ad un certo punto Pam al suo Manager. La battaglia più grande che una bionda- taglia sesta possa vincere è farsi ascoltare. Da allora sul web si sono inseguiti, inesorabilmente, decine di episodi alla Anderson-Lee, ciò ci ha reso quasi insensibili, se non indifferenti, al reiterarsi dei casi. Il cyberbullismo, ad esempio, esiste, lo conosciamo, lo disapproviamo, talvolta, lo combattiamo, ma ha cessato di farci soffrire. Ne siamo assuefatti. E i creatori di Pam & Tommy hanno il merito di aver indovinato il periodo in cui consegnare questo prodotto al pubblico. Il fatto è che se fosse la storia della diffusione di un video porno amatoriale fra una coppia di celebrità, nessuno la raccomanderebbe e, invece, è molto più di questo. E’ la storia di tutti noi. Non è solo quel momento delle nostre vite individuali a cui, di tanto in tanto, ripensiamo perché consapevoli che lì, in quell’istante, incamminarsi verso la strada opposta avrebbe significato vivere un’altra vita.

No, la storia di Pam & Tommy costituisce il punto di non ritorno, il bivio, il momento a partire dal quale la storia universale è cambiata. Rand, ad esempio, l’artigiano frustrato e in difficoltà economica che diffonde il video-tape per vendicarsi della coppia, può essere considerato, come direbbe qualche filosofo, lo strumento attraverso cui l’astuzia della ragione realizza lo spirito universale del mondo. Rand è stato il mezzo attraverso cui la storia del mondo è cambiata e la sua mano, con quel click, ci ha digitalizzati tutti. Questo racconto ha a che fare con un “ieri” molto più vicino all’ “oggi” di quanto non sembri. Nel calderone c’era già tutto ciò che, tutt’ora, occorre per riempire le pagine delle riviste: il sesso, la celebrità, il primo emendamento, l’internet, la privacy. Il momento in cui si è deciso di far perdere il processo a Anderson e a Lee perché lei, in quanto prima mercificatrice del suo corpo, non era autorizzata a rivendicarne alcun diritto, coincide con l’attimo in cui lo sviluppo-tecnologico ha iniziato a progredire e noi abbiamo cominciato ad involvere. Ma forse non è tutto perduto, ci occorre solo una gira-tempo. Tre giri dovrebbero bastare.