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Oxygène

2021
REGIA:
Alexandre Aja
CAST:
Mélanie Laurent (Elizabeth Hansen)
Mathieu Amalric (M.I.L.O)
Malik Zidi (Léo Ferguson)

Il nostro giudizio

Oxygène è un film del 2021, diretto da Alexandre Aja.

Una donna, Elizabeth Hansen, si sveglia in una capsula criogenica, senza memoria e con solo uno scarso 30% di ossigeno rimanente, poco meno di 90 minuti di aria respirabile per poter capire chi è, cosa ci fa lì, dove si trova e chi può concretamente aiutarla. A supporto di ciò qualche briciola di un passato confuso e M.I.L.O., un’intelligenza artificiale che cercherà come possibile di aiutarla in questa impresa disperata e relativa corsa contro il tempo. Nella grande schiera di registi che firmano accordi con Netflix per uno o più film, si aggrega anche Alexandra Aja, giovane regista francese dall’ottima mano, amante del genere, uno dei tanti protetti di Raimi e, a maggior ragione, le motivazioni si vedono a prodotto finito. Oxygène è l’ennesima – piccola – conferma delle qualità del regista. Da un concept già visto in Buried, la camera da presa si muove a 360° all’interno di questa capsula criogenica con Mélanie Laurent unica protagonista di un dramma al cardiopalma. Sono molteplici gli espedienti narrativi che sanciscono la riuscita di questo piccolo film, i quali si rivelano minuto dopo minuto (ma che non vi riveliamo per evitare spoiler), nel dipanarsi della trama e dei misteri che si celano dietro le motivazioni che hanno portato al risveglio della donna nella capsula e dunque al malfunzionamento che le costerà l’ossigeno rimanente e la vita.

Incredibilmente avvincente è il rapporto che nascerà tra la protagonista e l’intelligenza artificiale della capsula, la quale sarà di inestimabile valore per la sua salvezza ma, al tempo stesso, M.I.L.O. saprà rispondere e dunque aiutare la donna, solo se riuscirà a fare le giuste domande nella formula corretta. Esattamente sulla falsariga di Searching, i singoli indizi saranno abilmente celati e mostrati al raggiungimento di un ulteriore piano di consapevolezza, espeiente che tiene l’attenzione sempre ad altissimi livelli. Come fanta-thriller, la forma e il contenuto si sposano perfettamente nonostante il concept basico e sicuramente non nuovo nel panorama, trovando un picco di contrasto solo nelle fasi finali in cui si alternano le rivelazioni con un uso sapiente di regia e accompagnamento sonoro, a una risoluzione sbrigativa che presenta più virgole stonate. Ma è proprio il lungometraggio nel suo complesso che è tenuto insieme da un collante incredibilmente avvincente, grazie a un ritmo sempre alto che non annoia mai, neanche nei momenti dove l’attenzione potrebbe perdersi in alcuni flussi di coscienza della protagonista. La capsula criogenica sembra viva in tutte le sue forme grazie a semplici trucchi narrativi, abilmente nascosti, che funzionano senza sbavature. La formula in Oxygène è stata abilmente smussata e ottimizzata, per restituire un ottimo prodotto di genere.