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Outcast

2016
Titolo Originale:
Outcast
CAST:
Patrick Fugit (Kyle Barnes)
Philip Glenister (Reverendo Anderson)
Wrenn Schmidt (Megan Holter)

Il nostro giudizio

Outcast è una serie tv del 2016, ideata da Robert Kirkman

«Allora Gesù chiamò i Dodici, e incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi». Cosi, in Outcast, il reverendo Anderson spiega e convince lo scettico Kyle Barnes circa il significato della sua missione nella cittadina di Rome, West Virginia, cinquemila abitanti, zona collinare dell’entroterra statunitense. La missione in questione è antica come l’alba dei tempi: l’eterna lotta tra bene e male. Il reverendo Anderson (Philip Glenister) capo spirituale e politico della comunità evangelica di Rome, sulla cinquantina, capello brizzolato, occhiali e borsa da “medico” con annessi arnesi del mestiere: crocifisso, salvia da bruciare per riti e vangelo, con spiccato umorismo che non guasta mai e una puntina di alcolismo, si occupa di esorcismi. Con lui, il laico Kyle Barnes (Patrick Fugit), solitario ragazzo sulla trentina, barba incolta, passato difficile, conosciuto dalla comunità come “il reietto”Kyle aiutato da Megane, la sorella, decide di unirsi al reverendo, scosso dalla notizia che Joshua, un bambino di 5 anni  ha comportamenti spaventosi e preoccupanti ed é posseduto da demoni. I due hanno metodi differenti per approcciarsi all’esorcismo, il reverendo in stile classico, quindi vangelo e crocifisso, mentre Kyle adotta  una forma più rudimentale, dettatagli dall’esperienza. Esperienza difficile, visto che la madre, ora in coma, lo ha maltrattato e seviziato per anni, anch’essa posseduta dalle forze oscure.

Outcast è una serie tv ideata da Robert Kirkman, autore del fumetto omonimo ma soprattutto autore di una delle più famose e riuscite serie degli ultimi anni The Walking Dead. In effetti la sua  mano si vede, perché  nella prima parte della storia gli indemoniati assumono l’immagine canonica del posseduto (ci riferiamo al capostipite del genere L’esorcista di Friedkin), quindi voci alterate, levitazioni, vomito nero (non verde in questo caso), ma si muovono come gli zombi di Twd. La cosa interessante di Outcast risiede, comunque, nel tentativo di comprendere il male, interrogandosi su eventi e avvenimenti che oltrepassano la logica comune, e soprattutto nel discutere e criticare i metodi adottati per affrontarlo. Se nella prima parte Anderson riesce, attraverso i suoi sermoni e i suoi artifici evangelici, a neutralizzare il maligno, davanti a Blake Morrow (una sorta di John Doe di Seven), ex poliziotto posseduto dal demonio anch’egli, indietreggia, perché le sue citazioni bibliche e evangeliche sono respinte dallo stesso creando non poche crepe nel suo credo missionario di salvezza dell’intera umanità.

Kyle che ha metodi laici e spietati sembra più adatto a trattare con questa entità che, emarginata e relegata da secoli nell’oscurità, cerca ascolto emergendo in modo doloroso, tragico e violento a rivendicare la sua esistenza necessaria se vogliamo, ostruita da secoli di sordità dogmatica religiosa. Questa entità assume forma di liquido nero fognario che straripa dal sottosuolo e si inerpica nell’animo umano. Kyle è chiamato reietto e conosce questa condizione. Tante celebri citazioni parlano di una luce che non esisterebbe senza oscurità, ma la troppa luce, si sa, rende ciechi. Joshua, il bambino posseduto, prima di essere liberato da Anderson e Kyle, ricorda che: «La grande fusione non può essere fermata». Le tenebre hanno cominciato la loro riscossa nel mondo dei pii e timorati di Dio?