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Orlando, ma biographie politique

2023
Titolo Originale:
Orlando, ma biographie politique
REGIA:
Paul B. Preciado
CAST:
Emma Avena (Orlando)
Virginie Despentes (Judge)
Amir Baylly (Orlando)

Il nostro giudizio

Orlando, ma biographie politique è un film del 2023, diretto da Paul B. Preciado.

“Un testo è una strana creatura. Segno inorganico e inerte, prende vita quando entra in relazione con chi lo legge. L’opera letteraria non è co-creata dal lettore, come sostenevano Hans Robert Jauss e Umberto Eco. È un virus imprevedibile che contamina il lettore e lo fa mutare, come suggeriva William Burroughs. Davanti a un’opera d’arte, il lettore è un Brundlefly, lo scienziato diventato mosca nel film di Cronenberg, e non un giocatore assiduo che aggiunge l’ultimo pezzo di un puzzle immaginato dall’autore. La lettura non è co-creazione. È mutazione. In quest’ottica pochi testi sono mutati e hanno provocato mutazioni quanto quelli di Virginia Woolf.” Così scrive Paul B. Preciado su Internazionale nell’articolo Un genere tutto per sé. A partire da queste parole va interpretato Orlando, ma biographie politique, la sua visione del libro più letto di Virginia Woolf: la quale, in barba alla lettura in chiave esclusivamente patriarcale e maschilista che si è avuta delle sue opere e della sua vita fino agli anni ’90, ha sempre esitato a definirsi sia come femminista che come donna. Virginia è, probabilmente, una delle prime espressioni della letteratura occidentale non-binaria.

Nel film documentario Orlando, ma biographie politique Paul B Preciado ha riunito ventisei persone trans e non-binarie che dichiarano di aver raggiunto una consapevolezza identitaria di genere anche grazie alla contaminazione con le opere di Virginia Woolf. Ci raccontano la loro metamorfosi attraverso l’interpretazione delle varie fasi di Orlando e attraverso i loro corpi, ci narrano come la transizione non sia in realtà il lungo sonno indolore dell’Orlando letterario, ma una questione politica e di potere. La retorica identitaria (nazionale, sessuale, di genere, razziale) della nuova egemonia reazionaria si scontra con la possibilità – anzi, la necessità – di espressione delle realtà ad essa antagoniste. Esempio supremo tra tutti è l’uso della tanto paventata Schwa, che Preciado impiega nei sottotitoli del film: un atto politico commovente, in contrapposizione ai sempre più violenti processi di esclusione e purificazione sociale basati sull’utilizzo di un linguaggio d’identità “nazionale”, “eterosessuale”, “europea”, “bianca”, “cristiana”. Ci si dimentica troppo spesso che il linguaggio muta col mutare dei tempi, non è quindi la realtà che si deve adeguare al linguaggio ma il contrario: esso non è cristallizzato ma nascono nuove forme di comunicazione, laddove c’è necessità di rappresentare nuove forme di esistere. Riconoscere all’alterità il diritto ad essere rappresentata non va a minare i diritti – ma sarebbe più corretto dire privilegi – delle categorie già ampiamente rappresentate, che si ostinano ad urlare all’oltraggio contro la “purezza” della lingua. Il linguaggio è uno strumento di potere, secondo Preciado, e rifiutare di includervi alcune categorie equivale a disconoscere loro il diritto ad esistere, equivale a lederne la libertà.

“Le biografie sono in realtà la narrazione della metamorfosi”: Paul B. Preciado narra la metamorfosi attraverso alcuni specifici episodi contraddittori, rifacendosi così alla struttura originale dell’opera di Virginia Woolf, declinandola in molteplici forme attuali (medico, psicologico, legale, ecc.) e centrandosi sul protagonismo assoluto di chi vive la transizione in prima persona, con le proprie sfumature e peculiarità. Per farlo utilizza categorie di linguaggio includenti ed universali, in grado di parlare tanto al mondo LGBTQIA+ quanto a chi si ostina a negarne la voce. Attraverso la trasposizione cinematografica di un capolavoro del 1928 si intravede quella che potrebbe essere l’auspicabile narrazione del futuro. Orlando, ma biographie politique ha iniziato il suo percorso all’ultima Berlinale, dove ha vinto il Teddy Award come miglior documentario, è stato poi selezionato in vari festival. Per eventuali termini e concetti che dovessero risultare oscuri, si può usare un motore di ricerca e una mente aperta.