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Orion e il buio

2024
Titolo Originale:
Orion and the Dark
REGIA:
Sean Charmatz
CAST:
Jacob Tremblay (Orion)
Colin Hanks (Orion da adulto)
Paul Walter Hauser (Buio)

Il nostro giudizio

Orion e il buio è un film del 2024, diretto da Sean Charmatz.

Chi ha paura? Beh, un po’ tutti, in un modo o nell’altro. Ma se c’è qualcuno che al più assoluto timore ha consacrato la propria intera esistenza, quello è certamente il piccolo Orion. Si perché, al pari dell’asteriano Beau, anche questo timidissimo omonimo della ben nota e splendente costellazione ha da sempre coltivato una profonda strizza per tutto ciò che nuota, striscia, cammina e svolazza su questo nostro terracqueo globo. Per la vita in toto, insomma. D’altronde non è affatto un mistero che, in fondo in fondo, Orion e il buio sia a tutti gli effetti una dark tale. Non nel senso che faccia paura, sia chiaro, ma piuttosto perché è proprio il caro vecchio buio la più autentica e viscerale paura che l’introverso protagonista sembra covare, come mille altri suoi imberbi coetanei fin dall’oscura notte dei tempi. E sarà proprio durante una tempestosa e oscura nottata che il buio in persona si paleserà; stufo di essere additato per l’ennesima volta a innominabile spauracchio e per tanto deciso a condurre il suo nuovo ipocondriaco amichetto attraverso un dickensiano viaggio di dodici ore alla scoperta delle meraviglie della tenebra e dei curiosi personaggi che la abitano, spingendolo dunque a familiarizzare con essa al punto da trasformarla in amica di tutti i giorni o, per meglio dire, di tutte le notti.

Combinando magistralmente i talenti provenienti dalla navigata DreamWorks Animation e la rediviva Mikros Animation (già impegnata negli interessanti Capitan Mutanda e Tartarughe Ninja – Caos mutante), l’esordiente Sean Charmatz è riuscito – grazie stavolta anche al lungimirante occhio lungo di Netflix – a confezionare un curioso e delicato racconto di formazione che, pur partendo dalla tutto sommato classica impostazione disneyana di un giovane eroe alle prese con il catartico incontro-scontro con i propri demoni, con il progredire dei suoi coinvolgenti e intelligenti novanta minuti finisce per assumere connotati decisamente poco canonici per un prodotto rivolto ad un così giovane pubblico. Colpa e soprattutto merito della sineddotica penna del visionario Charlie Kaufman, il quale prende di peso il cuore pulsante dell’ottimo libro d’infanzia firmato da Emma Yarlett per decostruirlo attraverso la sua ben nota escheriana poetica ricca di cinefilia e acutissime riflessioni filosofiche, plasmando uno storytelling a scatole cinesi voglioso di giocare, oltre che con  la rottura dei consueti cliché narrativi tanto cari al cinema d’animazione, anche e soprattutto con i multipli livelli della narrazione stessa. Un vero e proprio multiverso narrativo, insomma, all’interno del quale un manipolo di solidi e sfaccettati personaggi hanno modo di muoversi agevolmente attraverso i differenti strati dello spazio-tempo del racconto con piglio insolitamente nolaniano, dipingendo un fantasy alquanto atipico che, oltre ad accompagnare grandi e piccini attraverso differenti piani di lettura, si rivela a tutti gli effetti come una vera e propria anomalia. O, forse, un’Anomalisa.

Ma nonostante l’avvolgente fumo di questa apparente autoriale cerebralità, Orion e il buio si dimostra a tutti gli effetti un ottimo prodotto d’intrattenimento figlio più che mai legittimo del proprio tempo. Se infatti l’idea di dissacrare la paura attraverso il grottesco incontro con la stessa non può che essere mutuato da un caposaldo pixariano come Monsters & Co., l’allegra corte dei miracoli che assiste il bonario Signore della Tenebra durante le sue nottambule faccende – di cui fanno parte le simpaticissime entità di Sonno, Pacatezza, Rumori Inspiegabili, Insonnia e Dolci Sogni – risulta un chiaro omaggio tanto alle turbolente emozioni dell’osannato Inside Out quanto agli spirituali guardiani de Le 5 leggende e di un ottimo recente titolo come L’apprendista della Tigre; laddove il sempreverde invito ad abbandonare la propria confortevole bolla per affrontare a testa alta le insidie del mondo finisce per interessare, stavolta, tanto il pauroso allievo quanto il solitario e reietto maestro. Si perché, come ci ricorda il buon saggio, il vero coraggio non risiede nell’assenza della paura, quanto piuttosto nel modo con cui si sceglie di affrontarla.