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Nope

2022
REGIA:
Jordan Peele
CAST:
Daniel Kaluuya (Otis "OJ" Haywood Jr.)
Keke Palmer (Emerald "Em" Haywood)
Steven Yeun (Ricky "Jupe" Park)

Il nostro giudizio

Nope è un film del 2022 scritto e diretto da Jordan Peele.

Il troppo stroppia, come si suol dire. No, non stiamo parlando Jordan Peele e del suo Nope, ma di critica e pubblico che scalpitano su chi darà la lettura maggiormente intellettuale e profonda al film. A pochi giorni dall’uscita in sala si leggono le teorie più disparate e probabilmente non finirà qui, perché la spasmodica attesa che ha preceduto il film è perfettamente proporzionata al chiacchiericcio che ne seguirà. Intendiamoci, chi più chi meno attendeva di svelare il mistero di Nope e di quella nuvola al centro del poster, ma una volta conclusa la visione -piacevolissima- quanto è utile sviscerarlo e svelarne anche i più piccoli segreti? Parlare della trama di Nope è come camminare su un campo minato, bisogna fare attenzione a ciò che si dice e a quel che si tralascia.

I protagonisti sono Otis Jr e Emerald Haywood, due fratelli che dopo la morte del padre ereditano la fattoria in cui da generazioni la famiglia alleva cavalli per il cinema, la tv e gli spot pubblicitari. Grossi problemi finanziari hanno colpito il ranch e così Otis è costretto a vendere alcuni cavalli a Ricky “Jupe” Park, in tenera età stella della tv e ora proprietario di un parco a tema western nelle vicinanze. Come se ciò non bastasse, strani fenomeni accadono nel territorio che circonda casa Haywood e Em convince Otis a installare delle telecamere così da riprendere eventuali “stranezze” e rivenderle come prova dell’esistenza di vita aliena. E mi fermo qui, lo spettacolo deve continuare senza aggiungere altro. Jordan Peele ha il merito d’aver riportato all’attenzione mediatica una riflessione tutt’altro che banale riguardante il concetto di paura. L’errore più grande è quello di avvicinarsi a Nope credendo che faccia paura nel senso più popolare del termine, ma nel curriculum cinematografico di Peele, breve ma intenso, la paura spesso perde terreno a favore dell’inquietudine, a volte persino più impattante. Get Out e Us, suoi precedenti lavori, facevano paura in modo atipico: il primo facendosi beffe e provocandoci con timori sociali condivisi un po’ da tutti; il secondo mettendoci di fronte alla possibilità che forse il pericolo più grande per noi stessi siamo proprio noi. Nope è inquietante, non spaventoso.

Ci sono gli alieni, l’ignoto al di sopra delle nostre teste e l’irresistibile voglia di guardare al di là del nostro naso. L’umanità è un po’ affetta da questa malattia della spettacolarizzazione di ogni evento, a volte per ricavare un tornaconto personale, ma spesso per puro e semplice piacere nel guardare. Questo, in fondo, è ciò che guida sia le azioni dei fratelli Haywood e, più esplicitamente, quelle di Ricky e del pubblico che assiste ai suoi spettacoli ignaro del pericolo. L’ossessione del guardare e, ancor peggio, filmare qualcosa, ci si potrebbe ritorcere contro ed è questo su cui Jordan Peele vuole farci riflettere. Nope rappresenta anche il puntare ancora più in alto di un regista dimostratosi sin da subito ambizioso, ma quel che è importante è l’aver dato vita ad un film che è esso stesso spettacolo per il pubblico e, contemporaneamente, prova della sua coerenza come autore con stile e regia sempre più affinati e ormai riconoscibili che lo hanno reso un grande narratore per immagini. I misteri dentro e fuori Nope sono tanti, ma è davvero corretto “sventrarlo” senza pietà così da renderlo un involucro vuoto? Lasciamo anche noi un po’ di mistero dietro le colline di Agua Dulce, lasciamoci inquietare senza dovere a tutti i costi trovare una spiegazione che soddisfi la nostra irrazionale voglia di razionalità.