Featured Image

Nona

2016
Titolo Originale:
Nona
REGIA:
Massimo Volta
CAST:
Rebeca Willig (Nona)
Mattia Chicco (The kid)
Mirko Paletti (Detective)

Il nostro giudizio

Nona è un mediometraggio del 2016, diretto da Massimo Volta

Nona (2016) di Massimo Volta, mediometraggio di 38 minuti, ha una sua importanza specifica nell’horror italiano contemporaneo: trattasi del primo film nostrano tratto ufficialmente da un racconto di Stephen King: non una semplice ispirazione o fan-movie, ma un’opera per la cui trasposizione sono stati pagati i diritti d’autore. L’esordiente Volta dimostra una buona maturità tecnica e narrativa, tanto che Nona potrebbe essere scambiato per una produzione americana. Tratto dal racconto omonimo, ruota attorno alla misteriosa ragazza del titolo (Rebeca Willig): un giovane (Mattia Chicco) vaga senza meta fino all’incontro con Nona in un locale. Tra loro divampa una passione travolgente, che trasforma il ragazzo in un assassino: la donna è diventata come una droga per lui, una maliarda che lo spinge a compiere le azioni più abiette, fino a quando scoprirà la sua natura soprannaturale. Enigmatico e impenetrabile, Nona è pervaso da una sensazione di mistero opprimente e angoscia esistenziale: partendo dallo scritto di King, Volta sceneggia una storia d’amore e morte spalmata su vari piani temporali, in cui lo spettatore si trova come i protagonisti sospeso in un non-tempo e un non-luogo. Quelle nebbie del tempo e dello spazio da cui proviene la sibillina protagonista (perfetto il volto affascinante e dark della Willig) ma anche lo sprovveduto ragazzo, due anime errabonde e inquiete che intrecciano i loro destini – la deriva finale riporta alla mente certe atmosfere rolliniane, ma anche il moderno Kiss of the vampire e il lovecraftiano Spring.

Dopo l’incipit, in cui Chicco vede interrompersi brutalmente una storia d’amore con il pestaggio da parte del suo rivale, troviamo il personaggio in carcere, e il suo diario fa da narrazione al corpo della vicenda. L’incontro fra il ragazzo senza nome e Nona avviene all’insegna della passione e della violenza, che sarà il connubio inestricabile della storia: notevole come la regia, grazie anche ai profondi monologhi di accompagnamento, crei un’atmosfera di sospensione dove la crudeltà è sempre pronta a esplodere, prima nella brutale aggressione fuori dal locale, poi negli altrettanto sanguinari e dettagliati omicidi che “Kid” compie stregato dalla dark-lady. Insieme si incamminano lungo una strada senza meta, una strada di perdizione che li conduce verso un cimitero dalla struttura imponente e arcana dove l’atmosfera passa da road-movie a gotico puro, uno spettrale viaggio fra tombe, cripte e apparizioni, dove Kid si rende conto di tutto l’orrore e la follia che sta vivendo.

L’essenza di Nona, una sorta di “signora dei cimiteri”, viene lasciata volutamente sul vago: è un’allucinazione del ragazzo oppure, come sembra dalle scene conclusive nel carcere e nel bar, un’entità malefica che gioca con gli esseri umani? Come spiega il regista, il racconto originale prevedeva la prima ipotesi, mentre nel film si è voluto dare più credito alla seconda; Nona è comunque aperto a varie interpretazioni, e nella concezione di Volta è un “dio minore” che arriva dallo stesso “altrove” di Randall Flagg (il cattivo per eccellenza dei romanzi di King, da L’ombra dello scorpione al ciclo della Torre Nera, una specie di materializzazione del Male), e infatti la femme-fatale chiama il ragazzo Randall. Di grande fascino e suggestione il comparto estetico e scenografico, dalle strade assolate con la fotografia calda fino ai vicoli bui e al cimitero dominati da un’immagine tenebrosa, per uno splendido gotico moderno.