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Non sarai sola

2022
Titolo Originale:
You Won't Be Alone
REGIA:
Goran Stolevski
CAST:
Noomi Rapace (Bosilka/Madre)
Alice Englert (Biliana)
Anamaria Marinca (Maria/Mangia-Lupi)

Il nostro giudizio

Non sarai sola è un film del 2022 diretto da Goran Stolevski.

La macchina da presa vola radente tra i campi e i recinti rurali della Macedonia del XIX secolo, tra contadini, bambini che giocano e gatti neri, nell’incipit di Non sarai sola. L’occhio di Goran Stolevski, regista esordiente, è ondivago così come lo sguardo di Terence Malick quando volteggia libero su superfici e persone, seguendo il flusso di coscienza di qualche personaggio. Qui a guidarci sono i pensieri di Nevena (Sara Klimoska bravissima), ragazza sedicenne che ha vissuto sempre in una grotta, a causa del maleficio di una strega, Maria la mangiatrice di lupi, che l’ha maledetta quando era nella culla, privandola della parola. Per salvarla la madre aveva promesso alla megera di consegnargliela ai suoi 16 anni. Nonostante i sotterfugi della madre, Maria prenderà la ragazza con sé, introducendola a una vita selvaggia, a stretto contatto con le forze della natura, al di fuori del consenso sociale. Ma Nevena, che non ha mai conosciuto la compagnia dei suoi simili, si ribella e, sfruttando i poteri di mutaforma ricevuti da Maria, si trasforma in altre persone, prima una donna (Noomi Rapace primitiva e ferina), poi un uomo, infine una ragazzina, assumendo così varie identità che le permettono di fare esperienza del mondo degli esseri umani. Maria, gelosa delle sue molte vite, cercherà di riportarla a sé.

Uno nessuno e centomila del folk-horror si potrebbe definire quest’opera prima che utilizza i topos del genere (trasformazioni a vista, dettagli truculenti), per costruire un discorso sui confini labili dell’identità e, in seconda battuta, sulla condizione subalterna delle donne nelle società rurali tradizionali. Se quest’ultimo tema non è nuovo nel sottogenere stregonesco, in cui spesso la figura della strega è assurta a metafora di un femminile non addomesticato ai dettami di una società patriarcale (si pensi a The Witch di Eggers ma anche alle Streghe di Salem di Rob Zombie), invece l’esplorazione dell’identità, tramite i vari individui incarnati da Nevena, è ben più interessante. A partire dalle modalità con cui la giovane strega si sostituisce agli altri, ovvero tramite un processo di vera e propria sostituzione organica integrale dell’altra persona, con tanto di eviscerazione e inglobamento degli organi altrui. Insomma siamo dalle parti del body-horror più puro. È proprio questa peculiarità materica che definisce la cifra stilistica di Non sarai sola, che si sorregge tra l’altro su una fotografia livida, dai colori terrigni, assolutamente coerente con l’ambiente rappresentato.

Lo stupore di Nevena per le cose del mondo, ogni qual volta abita un nuovo corpo, è lo stesso dei bambini. Anche nei confronti del sesso la curiosità e la meraviglia sono le stesse di un adolescente, con la differenza che Nevena le prova tramite le sensazioni di entrambi i sessi. Maria, la matrigna, è però sempre in agguato e la mette in guardia dalla società patriarcale in cui si è inserita e che la scaccerà, o peggio, quando scoprirà la sua identità soprannaturale. Metanarrativa la storia della mangiatrice di lupi, raccontata come fosse una favola della buonanotte dalle donne ai bambini della comunità contadina in cui si è rifugiata Nevena, che può riconoscersi nella figura archetipica della strega e rendersi conto di essere lei stessa leggenda. Non sarai sola sembra posizionarsi in quella nicchia di horror-arty, di cui autori come Eggers, Aster e Garland costituiscono la punta di diamante e, in parte, non sfugge a quello che è divenuto uno standard stilistico (si veda anche il formato 4:3, nonché l’andamento d’autore e lo stile naturalistico) per questi film (targati spesso A24), commettendo tra l’altro l’errore di affidarsi eccessivamente alla voce over della protagonista. Ma lo sguardo di Stolevski è sincero e affilato, la messa inscena efficace e intensa, l’intuizione di base è originale, sfruttando l’archetipo della strega in modo inusuale. Aspettiamo con curiosità il prossimo film.