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Non dormire nel bosco stanotte 2

2021
Titolo Originale:
W lesie dziś nie zaśnie nikt 2
REGIA:
Bartosz M. Kowalski
CAST:
Mateusz Wieclawek (Adam Adamiec)
Zofia Wichlacz (Wanessa Kowalczyk)
Julia Wieniawa-Narkiewicz (Zosia Wolska)

Il nostro giudizio

Non dormire nel bosco stanotte 2 è un film del 2021, diretto da Bartosz M. Kowalski.

È giusto dare una seconda possibilità? È un dilemma su cui ci si dividerà sempre, che si parli di persone o di qualsiasi altra cosa. In questo caso parliamo, ovviamente, di film, e in particolare di Non dormire nel bosco stanotte 2. Il regista Bartosz M. Kowalski torna su Netflix con un sequel di cui sinceramente non avvertivamo il bisogno, ma a cui, per questa volta, abbiamo deciso di dare una seconda possibilità. Sbagliando. Non dormire nel bosco stanotte ci aveva lasciato con Zosia, la consueta final girl, che scappava singhiozzante – ma felice di essere viva – dal bosco in cui i suoi amici erano stati massacrati da due brutali gemelli cannibali, convinta di averli uccisi. L’epilogo, tuttavia, li vedeva alzarsi di nuovo in piedi, vivi e pronti a colpire ancora. Ritroviamo tutti e tre i personaggi rinchiusi in una stazione di polizia, subito dopo gli avvenimenti del primo film. Per cercare di capire cosa sia davvero successo nei boschi, un ingenuo ispettore di polizia torna con la ragazza sui luoghi del massacro, dove il meteorite, protagonista di un insensato flashback nell’opera precedente e responsabile della trasformazione dei gemelli in mostri, si impossessa di Zosia.  Gli amici di oggi sono i nemici di domani. Spetterà agli agenti di polizia rimasti cercare di resistere a questo nuovo mostro.

In questo secondo capitolo Kowalski decide di affrontare il genere a cuor leggero e, pur non riuscendo a creare un’opera che si avvicini alla sufficienza, alza l’asticella rispetto al primo film. Le scene d’azione sono migliori, per quanto il montaggio perda pezzi per strada (regalandoci meravigliose scene nosense), e le ambientazioni variano, spostandosi tra il campus e la stazione di polizia, luoghi meno vasti e spaventosi rispetto ai boschi ma sempre di grande atmosfera. Non dormire nel bosco stanotte 2 in realtà si lega alle vicende del primo film solo nell’incipit, per poi abbandonare come già detto luoghi e villains. Questo da un lato è un elemento positivo, non tutte le opere infatti riescono a mescolare le proprie carte senza perdere la propria identità (per quanto questa saga avesse davvero poco da perdere), ma dall’altro si preclude l’opportunità di riutilizzare gli elementi che avevano funzionato nel primo capitolo e di provare a inserirsi in una lunga tradizione di slashers che hanno fatto dei villains immortali il loro marchio di fabbrica. Il vero problema è che i pochi elementi che tornano non solo non vengono utilizzati, ma vengono proprio trascurati, rendendoli zavorra in una sceneggiatura che già faceva fatica a procedere. I due gemelli cannibali, ad esempio, sopravvivono al primo film solo per essere messi in una cella e poi… venire lasciati lì per tutto il film. Non torneranno più.

Tra dialoghi imbarazzanti e sviluppi improbabili il film, per un attimo, prende una piega inaspettata e sorprendentemente interessante. Uno dei poliziotti viene catturato da Zosia ma anziché essere smembrato come da prassi, viene contagiato. Diventa mostro a sua volta, e inizia a comunicare con Zosia. L’opera cambia strada bruscamente, e apre un sentiero che avrebbe potuto non solo salvare l’opera, ma renderla addirittura interessante, se solo fosse stata scritta bene. I due mostri, infatti, intessono tra di loro una relazione quasi normale: parlano, si conoscono meglio, discutono e, prevedibilmente, si innamorano. Zosia prova a portare il poliziotto con sé sulla strada della perdizione, spingendolo a tormentare e uccidere, senza però riuscire a corromperlo completamente. Kowalski insegue opere del calibro di Lasciami entrare o Border – Creature di confine, e tenta di dare una svolta filosofica e profonda al film, senza avere tuttavia basi sufficienti per sostenerla e mezzi (più dell’intelletto che economici) per realizzarla. Il dilemma dell’essere un uomo trasformato in mostro non si spingerà più in là di “Uccidere o non uccidere”, buttando all’aria tutte le potenzialità di questa nuova situazione. Quello che resta è ciò che già era presente nel primo capitolo: dialoghi scadenti, personaggi bidimensionali e situazioni improbabili.