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Niente di nuovo sul fronte occidentale

2023
REGIA:
Edward Berger
CAST:
Felix Kammerer (Paul Bäumer)
Albrecht Schuch (Stanislaus 'Kat' Katczinsky)
Daniel Brühl (Matthias Erzberger)

Il nostro giudizio

Niente di nuovo sul fronte occidentale è un film del 2022, diretto da Edward Berger.

In rinnovati tempi di guerra come i nostri, guardare Niente di nuovo sul fronte occidentale e accoglierne il messaggio, intatto e attuale come se il romanzo di Erich Maria Remarque da cui è tratto non avesse più di novant’anni, fa un certo effetto. In fondo, la guerra è guerra, qualsiasi decennio sia. E così Netflix decide per un nuovo adattamento di una delle storie più antimilitariste e pacifiste mai raccontate e per la prima volta a dirigerlo è proprio un tedesco, Edward Berger. Negli anni Trenta fu il regista russo-statunitense Lewis Milestone a farne un capolavoro per il cinema (con il titolo All’ovest niente di nuovo), mentre risale al 1979 un film per la tv americana. Niente di nuovo sul fronte occidentale, ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, racconta di Paul e dei suoi amici Albert Kropp, Frantz e Ludwig. Giovanissimi e inebriati dai discorsi sull’orgoglio tedesco di un funzionario scolastico, decidono di arruolarsi in battaglia. Partono euforici alla volta del fronte occidentale, nel nord della Francia. Basta la prima notte per spazzare via l’entusiasmo iniziale e far capire loro che la guerra non ha nulla di romantico e patriottico. Giorno dopo giorno, il nostro sguardo si uniformerà a quello di Paul e dei soldati tedeschi “anziani”, tra cui Katczinsky, già provato e trasformato in modo irreversibile dal conflitto.

Dall’altro lato, i potenti vivono una guerra tutta loro, fatta di scartoffie, diplomazia e burocrazia. Tra questi Matthias Erzberger che, venuto a conoscenza delle ingenti perdite sul campo, spinge affinché si stipuli un’armistizio. Edward Berger, come già sottolineato poco sopra, partiva da una base indubbiamente potente e pregna di un significato senza tempo, tanto che il trauma psicologico vissuto da Paul e i suoi amici è sicuramente vicino a quello a cui oggi sono condannati i giovani combattenti delle guerre di tutto il mondo. L’universalità del romanzo autobiografico di Remarque sta nella sua adattabilità a ogni periodo storico. La guerra snatura l’uomo, lo rende una bestia, un involucro vuoto, tutti stati d’animo in cui Paul sguazza, a volte annaspando, per tutta la durata del film. Da giovane di belle speranze diventa adulto e consapevole in una sola notte, la prima fatidica notte in trincea. L’assurdità del conflitto ha portato ragazzi poco più che adolescenti a perdere la giovinezza e probabilmente anche chi è riuscito a tornare a casa in qualche modo è rimasto per sempre invischiato nel filo spinato. Berger ha dimostrato d’avere mezzi e sensibilità giusti per restituire degnamente tutto questo, perché non di sola spettacolarità vive questo war movie, ma anche di un’umanità mai del tutto spazzata via. Non si può spiegare altrimenti l’amicizia e la solidarietà, il desiderio di Paul di restituire la dignità ai caduti con semplici gesti, il rimpianto per aver ucciso un nemico o la voglia di giacere con una donna dell’amico Kropp.

Niente di nuovo sul fronte occidentale è un film enorme e maestoso, dove il comparto tecnico ha giocato un ruolo fondamentale. Non serve il piano sequenza alla Mendes per sentirsi emotivamente a fianco dei soldati né per rimanere inorriditi da violenza e mutilazioni che il regista pone consapevolmente a favore di camera. Chiara e nitida è la fotografia, che non lascia nulla all’immaginazione, persino le sfumature di colore del sangue di diverse parti del corpo. Ciliegina sulla torta di questa imponente messa in scena è la colonna sonora. Faticosa da sopportare, tanto quanto le immagini che accompagna. Una volta finito, converrete con me che il film di Berger è un caso raro di perfetto connubio tra forma e sostanza.