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Never Grow Old

2019
Titolo Originale:
Never Grow Old
REGIA:
Ivan Kavanagh
CAST:
Emile Hirsch (Patrick Tate) Déborah François

Il nostro giudizio

Never Grow Old è un film del 2019, diretto da Ivan Kavanagh.

Negli ultimi anni stiamo assistendo a un fenomeno curioso, cioè la produzione di film western da parte di Paesi europei, solitamente poco attivi nel genere: dalla Danimarca di The Salvation all’Austria de Lo straniero della valle oscura, dall’Olanda di Brimstone all’Irlanda di Never Grow Old (2019), diretto da Ivan Kavanagh. Titolo che tradotto letteralmente significa “Non invecchiare mai”, una scelta azzeccata visto che nel nostro film si muore e ci si ammazza dall’inizio alla fine, e nei modi più violenti. La morte è una presenza costante nella vicenda, a cominciare dal protagonista: un becchino, personaggio che vediamo solitamente nel cinema western come caratterista, ma che qui assurge a elemento primario della narrazione. Ed è solo uno delle tante peculiarità del film, un western decisamente sui generis: nerissimo, violento, disperato e crepuscolare, è pervaso da un’atmosfera gotica e dark, come gli altri esempi europei sopra citati. Protagonista è l’immigrato irlandese Patrick Tate (Emile Hirsch), un impresario di pompe funebri che svolge la sua attività a Garlow, uno sperduto paesino del West lungo la pista verso la California: ed è proprio lì che l’uomo ha intenzione di trasferirsi insieme alla moglie incinta Audrey (Déborah François) e ai loro due bambini. La vita cittadina prosegue tranquilla da quando il Reverendo Pike, autorità incontrastata, ha chiuso il saloon, ma viene sconvolta dall’arrivo del crudele e misterioso pistolero Dutch Albert (John Cusack) insieme a due compari. Dopo aver ucciso l’uomo che lo aveva derubato, Albert si instaura a Garlow con la forza, riapre il saloon e impone la sua legge basata sulla violenza.

Tate non si oppone alla tirannia, sia per paura sia perché l’arrivo del pistolero fa incrementare i suoi guadagni da becchino: ma quando i tre banditi mettono in pericolo la famiglia, esplode la sua furia vendicatrice. Never Grow Old è un western più d’atmosfera che d’azione, anche se le sparatorie non mancano: valorizzati da una fotografia che predilige i toni grigi, alternati al rosso del fuoco, gli scenari immersi nel fango e nella desolazione riecheggiano gli spaghetti-western crepuscolari come Keoma, California e Mannaja (ottima la ricostruzione del paese e della fattoria, lontani dai canoni del western classico americano). I personaggi sono ben caratterizzati, a cominciare dal protagonista: come Mads Mikkelsen interpretava un immigrato danese in The Salvation, qui Emile Hirsch (Into the wild, Killer Joe, Autopsy) è un irlandese che deve adeguarsi allo spietato e sconosciuto mondo del Far West insieme alla moglie francese (notiamo una tendenza innovatrice a mostrare le peripezie di protagonisti non americani). Hirsch condivide lo spazio cinematografico con un villain d’eccezione, interpretato da un John Cusack quasi irriconoscibile, ingrassato e coi capelli lunghi: come accade spesso nel cinema, sono i cattivi a spiccare maggiormente, e il pittoresco Dutch Albert – untuoso, spietato e nerovestito – non fa eccezione, quasi un demone sbucato da un Inferno terrestre insieme ai due compari, il vecchio Dumb-Dumb (che esibisce fieramente la lingua tagliata dai Comanche) e l’italiano Sicily (un altro immigrato, che si esprime con la tipica parlata siciliana).

Never Grow Old è dominato dal Male, inteso nella sua connotazione più immanente, che si esprime attraverso una violenza insistita: numerosi omicidi a sangue freddo, colpi di pistola che fanno schizzare il sangue ovunque, cadaveri insanguinati, un uomo sbudellato, uno stupro, lo strangolamento di Dumb-Dumb, la lunga e quasi insostenibile sequenza della ragazza impiccata, fino al sanguinario redde rationem finale, svuotato però di ogni componente eroica e catartica. Il quid della vicenda è l’eterna lotta fra il Bene e il Male, ma Patrick Tate è tutt’altro che un eroe: pusillanime e persino accondiscendente verso i tre malvagi pistoleri per interesse, conosce un’evoluzione simile a quella di Dustin Hoffman in Cane di paglia – la furia dei giusti che esplode quando sono toccati negli affetti più intimi. Ma nella storia affiora sovente anche il fanatismo religioso (Brimstone fa un po’ scuola, in tal senso): se lo sceriffo è poco più di un burattino, il Reverendo è la vera autorità della cittadina, che governa con severità tuonando sermoni dal pulpito della sua Chiesa. Never Grow Old è un western quasi orrorifico, con una regia molto personale – e non è un caso, visto che il regista irlandese Kavanagh (autore anche dello script) è specializzato nel genere horror: non solo per i dettagli gore e splatter degli omicidi, ma anche per la messa in scena di un Far West infernale, lontano dalla mitologia americana e più vicino alla violenza degli western all’italiana, tra il grigio del fango e del cielo, il rosso del sangue e le fiamme che divampano in tutta la loro potenza quando il Reverendo dà fuoco al saloon.