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Motherless Brooklyn – I segreti di una città

2019
Titolo Originale:
Motherless Brooklyn
REGIA:
Edward Norton
CAST:
Edward Norton (Lionel Essrog)
Willem Dafoe (Paul Randolph)
Bruce Willis (Frank Minna)

Il nostro giudizio

Motherless Brooklyn – I segreti di una città è un film del 2019, diretto da Edward Norton.

Che l’americano Edward Norton sia un attore di talento lo si dà ormai giustamente per assodato. Schizzato bipolare per David Fincher, filonazista redento in American History X, buffa caricatura nell’ultimo Wes Anderson: alla filmografia del celebre attore i ruoli iconici non mancano. Delle sue qualità registiche invece non se ne è avuto modo di parlare in maniera approfondita. Fatta eccezione per una commedia di inizio 2000 finita nel dimenticatoio, la carriera da film director di Norton non sembra aver proprio spiegato le ali. Questo fino all’uscita nelle sale del suo Motherless Brooklyn, trasposizione dell’omonimo romanzo di Jonathan Lethem distribuito in questi giorni nelle sale (in Italia è stato presentato in anteprima lo scorso mese alla Festa del Cinema di Roma). Trattasi nello specifico di un’operazione cinematografica fuori dal comune, sia in termini di ampiezza (si parla di un film di quasi due ore e mezza di durata) che per quanto riguarda l’iter produttivo, cominciato nel lontano 1999 (anno di uscita del romanzo). Di attori che tentano la sorte dietro alla macchina da presa, spesso in maniera fallimentare, se ne è visti parecchi ma era difficile non nutrire una certa curiosità nei confronti di un progetto della simile portata.

Un detective dalla psiche tormentata, una co-protagonista femminile in pericolo, la corruzione della sfera politica, la rete urbana fosca e pericolosa: se non lo si è capito, siamo palesemente nel territorio del più classico dei film polizieschi, con echi della New York di Otto Preminger e Fritz Lang e del nichilismo relazionale di Chinatown. Si era parlato del film come di una rievocazione dei grandi classici del cinema noir americano e, stando alla maniera quasi calligrafica con cui Norton si rifà ai cliché del genere, non si può che confermare tale descrizione. Limitandosi in questo senso a seguire tracce già battute, il film filerebbe di per sé sufficientemente bene, complice anche un’atmosfera oggettivamente accattivante e intrigante. È nel momento in cui l’attore cerca di infondere personalità alla narrazione e alla caratterizzazione del suo personaggio principale che Motherless Brooklyn si impantana. Se l’approccio con cui Norton sviluppa la figura del protagonista Lionel, da lui stesso interpretato, trasuda di un’ironia che sfocia (involontariamente?) nel parodistico, il resto del film è invece di una serietà quasi pedante.

Si viene di conseguenza a creare un divario tonale che accompagna la pellicola per tutta la lunghissima durata e che finisce per sottolineare ulteriormente la poca originalità con cui le varie trovate si alternano. La narrazione dispersiva e ridondante nel suo seguire rapsodicamente le peripezie del detective protagonista fa il resto. Spiace quindi, visti i presupposti, constatare il parziale fallimento di questa sorta di greatest hits del cinema nero hollywoodiano. Un vero peccato, anche perché a Motherless Brooklyn non mancano la passione e gli spunti interessanti, primo fra tutti un cast di supporto notevole con un Willem Dafoe in gran forma. Le buone intenzioni, però, non bastano e l’opera di Norton non riesce a farsi carico d’altro che di una serie di idee e concetti sbiaditi, diluiti dalla poca coerenza narrativa. Di talento alla regia, per riprendere il discorso iniziale, Norton ne ha. Che sia sufficiente per reggere un film di quasi due ore e mezza, purtroppo, è tutta un’altra storia.