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Mohawk

2017
Titolo Originale:
Mohawk
REGIA:
Ted Geoghegan,
CAST:
Kaniehtiio Horn (Oak)
Ezra Buzzington (Hezekiah Holt)
Eamon Farren (Joshua Pinsmail)

Il nostro giudizio

Mohawk è un film del 2017, diretto da Ted Geoghegan

Un guerriero pellerossa, una giovane squaw e una giubba rossa, amici fraterni e amanti, vengono braccati da un gruppo di soldati americani sfuggiti all’incendio che ne ha distrutto l’accampamento. Siamo alla fine della guerra anglo-americana del 1812 e, mentre ogni fazione conta i cadaveri lasciati sul campo, il desiderio di vendetta continua ad alimentare la spirale di violenza. Mohawk è la seconda prova da regista di Ted Geoghegan, nome abbastanza noto nei circuiti indipendenti grazie all’esordio We Are Still Here, piccolo ma brillante tributo all’epoca d’oro del cinema horror italiano, che nel 2015 ha deliziato molti cultori del genere. Nel suo secondo film Geoghegan abbandona l’horror puro ma continua a lambirne i territori con un revenge exploitation a sfondo storico, una scommessa da parte del regista che, oltre ad allontanarsi dal genere con cui è identificato, ha voluto realizzare un progetto dalle ambizioni certamente superiori alle possibilità produttive. Ad affiancare Geoghegan nella sfida sono il misconosciuto Grady Hendrix, con cui ha scritto a quattro mani la sceneggiatura, e un altro nome di culto del cinema horror indipendente, Karim Hussain, già direttore della fotografia di We Are Still Here e soprattutto del piccolo classico contemporaneo Hobo with a Shotgun.

Mohawk è un film inevitabilmente grezzo, privo di quella rifinitura che solo le medie e grosse produzioni possono permettersi: lo è nella sceneggiatura imperfetta, nella scelta di location spesso anonime, lo è persino nelle scene di violenza che a volte preferiscono suggerire fuori campo invece di mostrare spietatamente come ci si aspetterebbe da un revenge movie. Ma se la scrittura di Geoghegan e Hendrix lascia il fianco scoperto in più di un’occasione, in particolare quando la storia segue traiettorie circolari che servono a prendere tempo in attesa della volata finale, è nella rinnovata collaborazione tra il regista e Hussain che Mohawk trova il suo punto di forza, grazie all’innata capacità dei due di comunicare in un modo estremamente efficace utilizzando la grammatica visiva di base della settima arte.

Difficile non rimanere affascinati dalla loro visione limpida e allucinata, dove ogni individuo è marchiato dal colore cremisi che lo avvolge come un oscuro presagio, e dove una foresta, teatro di battaglia tra esseri umani consapevoli di essere ormai ridotti a mostri, viene risolta in una distesa di tinte acide e corrosive, perfetto sfondo per i primi piani degli sguardi alienati, terrorizzati e selvaggi dei protagonisti. Ottima prova in tal senso quella del cast, composto da volti semi-noti ma più che azzeccati: Eamon Farren, già visto nella terza stagione di Twin Peaks, Jon Huber, wrestler atipico dal grande potenziale fisiognomico, Kaniehtiio Horn, vera nativa americana, e soprattutto Ezra Buzzington, caratterista veterano che da vita a un villain dal notevole carisma.
Mohawk è un’altra prova di talento da parte di Ted Geoghegan e non ci resta che sperare che la collaborazione con Karim Hussain prosegua, magari con ben altri budget a disposizione.