Moebius è un film del 2013 diretto da Kim Ki-duk.

A seguito di un tradimento, una moglie tenta di evirare il marito, ma sbaglia ed evira il figlio, fuggendo poi subito dopo. Il padre tenta di restituire la sessualità al ragazzo, fino a fargli trapiantare il proprio pene. Quando la madre torna a casa, la tragedia familiare si aggrava…

Paura e delirio per la proiezione veneziana di Moebius, nuovo controverso film di Kim Ki-duk. Mezza sala che si copre gli occhi schifata e scossa, shockata e impaurita. L’altra metà giù a deridere la pellicola con scroscianti risate che, povero Kim Ki-duk, si sarebbe messo a piangere se fosse stato lì presente. Eppure, da qualsiasi lato lo si guardi, Moebius ha funzionato nel suo lasciare il segno: l’autore coreano tocca vette di estremismo come mai nel suo cinema, tra evirazioni e incesto, cazzi spappolati e perversione da incubo.

Il confine tra genialità e trash risuona a ogni inquadratura, e Kim ci sguazza dentro tra allucinante dramma e slapstick, perdendosi talvolta in una debole ripetitività per poi ritornare sui propri passi oltrepassando lo schermo con la potenza delle sue immagini. Film vietatissimo, la versione veneziana rimarrà storica in quanto l’unica completa: nel resto del mondo infatti, dal Festival di Toronto fino alle sale coreane e italiane, il film è uscito tagliato delle sue scene più crude, nascondendo i momenti più espliciti e i riferimenti incestuosi. Oggetto imprendibile e oscuro, Moebius ha la pelle del futuro cult, e in quanto tale incompreso dai più, forse persino da noi stessi. Se ne riparlerà più avanti, ne siamo sicuri. Intanto, noi c’eravamo.