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MILF

2018
REGIA:
Axelle Laffont
CAST:
Marie-Josée Croze (Sonia)
Virginie Ledoyen (Cécile)
Axelle Laffont (Elise)

Il nostro giudizio

MILF è un film del 2018, diretto da Axelle Laffont.

Tre migliori amiche, una madre single (Axelle Laffont), una neo-vedova (Virginie Ledoyen) e una signora tradita dal compagno (Marie-Josée Croze) sono in vacanza in Costa Azzurra, in una villa da sistemare, ripulire e poi rivendere. Ma le giornate in spiaggia e le serate in discoteca rallentano il ritmo dei lavori, e le tre si lasciano abbordare da dei ragazzi ventenni che vedono in loro il fascino delle milf (acronimo di “mother I like (to) fuck”). Qualsiasi dramma personale verrà quindi soffocato da alcol, sole e sesso occasionale. L’ultima piaga di Netflix è una miseria cinematografica, imbarazzante già dalla scena di apertura: le tre amiche viaggiano in autostrada quando, durante un sorpasso, la Laffont si spoglia, e comincia ad agitarsi e ad urlare come un’ossessa per rivendicare qualche cosa (forse solo il suo isterismo).

Ma la macchina che li ha sorpassati è guidata da poliziotti in borghese che la fanno accostare. Poco importa, comunque, perché dopo i titoli di testa, le tre sono di nuovo in viaggio: in MILF non esiste conflitto alcuno, perché non esiste narrazione. E considerati i toni della pellicola, lo spirito anti-narrativo della sceneggiatura è da ritenersi involontario, slegato a qualsiasi intenzione autoriale, ma che esprime direttamente la profonda incapacità scrittoria. Le immagini procedono, scorrono inesorabili, e tutto quello che passa per l’occhio della cinepresa è immediatamente destinato all’omologazione. Delusione, sesso, divertimento, imbarazzo, amore, questioni generazionali: ogni cosa è riportata con democratica superficialità, senza mai sottolineare i possibili risvolti intimisti, né tantomeno quelli comici. MILF è una commedia che fa piangere, ma solo per lo spreco di immagini.

Le protagoniste difendono con orgoglio il loro (legittimo) diritto alla leggerezza, e quindi la possibilità di qualsiasi rapporto con chi ha la metà dei loro anni. Ma dalla leggerezza alla superficialità è un passo. Le tre milf sono essenzialmente tre mamme di Stifler: Axelle Laffont inverte i ruoli presentati da American Pie (del 1999, che portò per primo il termine “milf” al cinema), prendendo a modello una saga cinematografica di dubbio valore, ma senza puntare sulla comicità scorretta del riferimento statunitense. Il risultato è sconfortante, un film che di francese ha solo la lingua parlata, tanto legato al suo tempo da essere già vecchio (al contrario delle sue protagoniste, che hanno il corpo di ventenni). Catalogate dagli uomini, le madri che vorremmo farci non riescono qui a fare di un’etichetta la loro forza, ma questa si afferma come suggello di una generazione disperata. Chissà, forse il caldo non ha fatto molto bene ad Axelle Laffont.