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Metalhead

2017
Titolo Originale:
Metalhead
REGIA:
David Slade
CAST:
Maxine Peake (Bella)
Jake Davies (Clarke)
Clint Dyer (Anthony)

Il nostro giudizio

Metalhead è il quinto episodio della quarta stagione di Black Mirror, diretto da David Slade

Tre individui, su una polverosa automobile, viaggiano attraverso luoghi aridi e spopolati, diretti a un magazzino per imprecisati rifornimenti. Ma questo mondo non è in realtà completamente disabitato: un agile e veloce robot quadrupede, chiamato semplicemente cane, è in agguato, pronto per la caccia… Black Mirror ha fatto della sua capacità di scioccare, mostrando gli inquietanti effetti sulla società di tecnologie digitali prossime venture, il proprio riconoscibile marchio di fabbrica. In ogni episodio della serie il suo creatore Charlie Brooker, assieme ai vari collaboratori succedutisi, hanno fatto rabbrividire l’audience illustrando come l’impiego di tali tecnologie (molte delle quali perfettamente plausibili) possano stravolgere le nostre esistenze: ridefinendone aspetti essenziali quali realtà, moralità, identità, libertà e così via. Sotto questi aspetti, per via della caratterizzazione complessiva della serie, l’episodio Metalhead rappresenta un’anomalia. Nel contesto di una quarta stagione che, in generale, ha diviso gli appassionati, considerata da molti inferiore alle precedenti (alcuni episodi fiacchi e qualche idea recepita come riciclata), Metalhead non sembra ottemperare sufficientemente al suddetto “marchio di fabbrica”, che sino a questo episodio ha sempre caratterizzato l’epopea distopica di Brooker.

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Qual è il problema? Partiamo dai pregi: Metalhead è un episodio teso e avvincente, girato in un elegantissimo bianco e nero da un eccellente David Slade (American Gods, Hannibal). Il cast fa un ottimo lavoro, particolarmente la protagonista Maxine Peake (Three Girls, The Village), perfetta nel ruolo di questa coraggiosa combattente del futuro. Inoltre, gli effetti speciali sono di notevole fattura: il cane sembra un robot concepito con notevole realismo e realizzato nella finzione in modo impeccabile: un’eccezionale macchina, versatile e inarrestabile, che sviluppata probabilmente per proteggere l’essere umano, in questo contesto è divenuta il suo peggior avversario possibile (quando gioca a fare Jack the Ripper, poi, è semplicemente adorabile).

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Tuttavia, tolti i pregi realizzativi, Metalhead è né più, né meno un buon survival horror con protagonista un robot assassino… il che non è esattamente rivoluzionario. La distopia è collocata del tutto sullo sfondo: è vero che ci troviamo evidentemente in un futuro prossimo dove le cose non sono andate benissimo, ma al di là del fatto che i retroscena vengono lasciati piuttosto vaghi, l’impatto della tecnologia presentata sulla natura umana è troppo qualitativamente dissimile da quanto visto in precedenza in Black Mirror. In effetti, già a livello di soggetto Metalhead non appare effettivamente degno di questa particolare serie: è insomma un bel lavoro, ma terribilmente fuori contesto. Un episodio che consiglio vivamente di vedere, soprattutto a quanti amano i survival ben realizzati (per quanto neanche in tal senso penso diventerà una pietra miliare, intendiamoci). Ma al di là della divagazione, del divertissement un po’ retrò, non mi sembra che per Black Mirror indichi qualche nuova direzione rilevante. Anzi, casomai smarrimento.