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Manifesto

2015
Titolo Originale:
Manifesto
REGIA:
Julian Rosefeldt
CAST:
Cate Blanchett
Erika Bauer
Ruby Bustamante

Il nostro giudizio

Manifesto è un film del 2015 diretto dal regista Julian Rosefeldt.

Il Manifesto del Partito Comunista raccontato da un homeless, i motti dadaisti recitati da una vedova a un funerale, il Dogma 95 descritto da una maestra ai suoi alunni. Tredici personaggi diversi: ogni personaggio uno scenario; ogni vicenda un movimento celebrato attraverso intensi monologhi capaci di “sprigionare” una certa empatia. A dare corpo a queste parole un’unica attrice, ovvero Cate Blanchett, abile nell’interpretare ben dodici personaggi differenti. Manifesto di Julian Rosefeldt non riesce ad avere una vera e propria consistenza; potrebbe essere definito in molti modi, da particolareggiato lavoro drammatico a prodotto costituito da evidenti “tonalità” filo-documentaristiche. Proprio per questa irresolutezza, Manifesto prima di arrivare sul grande schermo, è stato costituito come semplice installazione. Narrativamente lo sviluppo è alquanto azzardato, se si considera la scelta di impiegare unicamente una sola attrice, per far coesistere più personaggi, contestualizzandoli in vicende diversificate. Un connotato decisamente kafkiano che rende suggestiva quest’opera di Julian Rosefeldt.

Manifesto 1

Il quale, con Manifesto, attinge dunque agli scritti futuristi, dadaisti perfino suprematisti, “tramutandoli” in vere e proprie “effusioni vitali”; gli “dona” un corpo, una voce, rappresentandoli, come ribadito in precedenza, in contesti differenti. Il regista ha impiegato solo 11 giorni, girando nei dintorni di Berlino. Manifesto diventa una forma celebrativa del pensiero, ma soprattutto di intuizioni. Un “compito” arduo quello sostenuto dal pubblico; tra riflessioni varie e concitate prese di coscienza, chi visiona Manifesto, rimane inerme, a tratti spaesato.Indubbiamente Rosefeldt mette in scena un lavoro complesso, difficile da contemplare per lo spettatore medio. Soltanto con l’utilizzo di una celebre e grandiosa attrice, il regista rende un prodotto semi-insostenibile in un qualcosa di mediamente “digeribile”. Versatilità interpretativa e ottima scenografia, questi sono gli elementi più riusciti di Manifesto.

Manifesto 5

Tra attitudini diverse e arzigogolate parole, Rosefeldt “mostra” una Blanchett quasi inedita. Non un semplice e stucchevole esercizio di stile, ma una vera e propria esperienza visiva (e intellettuale) di difficile omologazione. Manifesto è provocazione, inventiva e salace ironia; dall’inizio alla fine la regia si dimostra “pulsante”, a tratti anche spregiudicata. Una Blanchett istrionica, “multiforme”. Un Rosefeldt pionieristico, che narra, trasforma, ma soprattutto attua “un’ode” al mero apparato culturale. Tutto questo è Manifesto.