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Ma

2019
Titolo Originale:
Ma
REGIA:
Tate Taylor
CAST:
Octavia Spencer (Sue Ann "Ma" Ellington)
Diana Silvers (Maggie Thompson)
Juliette Lewis (Erica Thompson)

Il nostro giudizio

Ma è un film del 2019, diretto da  Tate Taylor.

Non è ben chiaro che tipo di film volesse fare Tate Taylor, uno stato di confusione perenne già dimostrato nel mediocre La ragazza del treno. Protagonista di Ma è Sue Ann (Octavia Spencer), una donna di mezza età che inizia a tormentare morbosamente alcuni liceali comprandogli alcolici e invitandoli nel suo scantinato così da bere e divertirsi lontani da occhi indiscreti. Nasce dunque una malsana amicizia tra una donna adulta e degli adolescenti che insospettisce i genitori di quest’ultimi, finché non scopriranno che Sue Ann, soprannominata per l’appunto “Ma” dai ragazzi, non è altro che una vecchia compagnia di classe dei loro genitori, desiderosa di prendersi una vendetta per uno sgarbo subito decenni prima. Ciò che vuole fare Tate Taylor è abbastanza palese: prendere un calderone e metterci dentro alcuni cliché, fin troppo abusati, di film di successo, in particolare sembra voler abbracciare una poetica non dissimile da pellicole quali Nightmare o Scream, con un gruppo di adolescenti costretti a subire una violenza generata dagli errori dei loro genitori, e lo fa mantenendo un ritmo di narrazione sempre sopra le righe, mai a giustificare una finalità horror o thriller.

Taylor getta tutto in questo pentolone, mescola con violenza senza mai contestualizzare la narrazione e tira fuori un film confuso, privo di spina dorsale e identità. In questo circolo di follia  dove il baricentro narrativo più volte oscilla tra apparenti personaggi di poco spessore – non si capisce se le vittime siano i genitori o i loro figli, proprio a causa di un continuo susseguirsi di eventi incastrati male tra loro. Spicca comunque l’ottima interpretazione di Octavia Spencer che tra tutti sembra l’unica a credere davvero nel progetto, probabilmente insieme a Jason Blum che, anche questa volta, veste i panni del produttore. Gli occhi della Spencer perennemente spalancati, assieme agli sbalzi d’umore che caratterizzano il suo personaggio, regalano un’interpretazione assolutamente lontana da ciò che originariamente il film doveva trasmettere, ovvero l’ansia nata dal macabro disagio di avere una donna matura che stalkera giovani ragazzi, per poi scoprire gli altarini di un dolore tenuto nascosto per anni.

Anche quando entrano in campo attori di gran spessore come Luke Evans o Allison Janney, non si spiega come Taylor sia riuscito a gestirli così male, soffocando la vena ilare e comica di Janney, nei panni di una datrice di lavoro fin troppo severa, o affidando due scene sbagliate e altrettante battute a Luke Evans che entra ed esce dal film senza che nessuno se ne accorga. Prodotti come Ma sono destinati in qualche modo a coltivare piccole schiere di fan, divertiti nel  trovare fin troppi riferimenti – e ce ne sono a centinaia – di tanti altri piccoli cult, ma in questo caso è ben difficile trarre godimento nel trovare logiche conseguenziali al background di ogni personaggio. Esattamente come lo stesso personaggio di Ma, che esce con la macchina e investe delle persone per poi vestire quasi i panni della baby sitter, senza alcun collegamento logico. Tutto procede in questa direzione, tra domande che emergono da ogni dove e nessuna risposta atta a giustificare la strampalata trama di questo film.