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L’ultima tempesta

2016
Titolo Originale:
The Finest Hours
REGIA:
Craig Gillespie
CAST:
Chris Pine (Bernard 'Bernie' Webber)
Casey Affleck (Raymond Sybert)
Ben Foster (Richard Livesey)

Il nostro giudizio

L’ultima tempesta è un film del 2016, diretto da Craig Gillespie

Un altro brutto colpo economico per la Walt Disney Company. Un tonfo che, visto a posteriori e con ironia, risulta essere veramente beffardo. La Disney, prima di essere la più nota “Mamma Oca” cinematografica, dispensatrice di belle e abili “favole”, è una spietata industria produttiva che ama avidamente gli introiti, e tra acquisizioni di altre case di produzione e multiforme merchandising, cerca sempre l’abile storia che possa sbancare i botteghini. Scorrendo il suo variegato listino, molti dei suoi manufatti cinematografici hanno incassato cifre astronomiche, ma ultimamente il fiasco è molto presente, che si palesa attraverso un numero di quattro cifre. Il nefasto numero è il 1952, vero annus horribilis per la casa di Zio Walt. L’ultima tempesta è la ricostruzione filmica di un tragico fatto accaduto nel febbraio 1952, quando un apocalittica tempesta si abbatté sul New England, devastando la costa orientale e coinvolgendo numerose imbarcazioni. Tra le quali anche una petroliera, la SS Pendleton, con a bordo 30 marinai che rimasero intrappolati a poppa del relitto.

Bene, il precedente Tomorrowland – Il mondo di domani, strombazzato kolossal futuristico ed ecologista, in lavorazione s’intitolava 1952, e con i dati finali sappiamo che la pellicola è stata un sanguinante tonfo. Scorrendo, poi, il listino della Disney, notiamo che nel 1952 produsse Robin Hood e i compagni della foresta, per la regia di Ken Hannakin, che anche se è una pellicola decente, è una di quelle opere che non hanno creato un sonante incasso. Tornando a L’ultima tempesta, l’esito negativo non è attribuibile a una sfortunata cabala, ma nella costruzione, e sponsorizzazione del prodotto architettato in modo molto errato. L’ultima tempesta è una storia profondamente americana, commemorativa e patriottica come rimarcano i titoli di coda, che attraverso un fatto reale racconta di eroismi di uomini comuni e, anche, di una pulita storia d’amore. I classici e ferrei ingredienti che una storia simile richiede ci sono tutti, ma restano lì, senza riuscire a coinvolgere, seppure la Disney li dopi con ampi effetti spettacolari (Digital 3-D, RealD 3D, and IMAX 3D) per sbalordire maggiormente.

Riflettendo sulla vera storia, e il tono “narrativo” che si è voluto dare, ci si accorge che l’uomo giusto, per raccontare questo squarcio di storia americana, sarebbe stato Steven Spielberg. Un autore sparato non casualmente, perché con il suo ultimo Il ponte delle spie ha (di)mostrato come recuperare degnamente gli stilemi del racconto del cinema classico. La storia del protagonista Bernie, interpretato dal viso pulito di Chris Pine, è, in sostanza, quella dell’everyman americano (protagonista di molte pellicole di Spielberg) che si trova ad affrontare e risolvere un’impresa più grande di lui. I problemi maggiori di mancata fascinazione de L’ultima tempesta sono proprio nella sceneggiatura, che non riesce a dare spessore alle psicologie dei personaggi, e nemmeno a concretare un sapiente crescendo dell’azione; persino quando lo svolgersi del salvataggio “griffithianamente” si triforca, si resta sempre distanti e quasi annoiati. Quello che rimane è un ibrido che non è né un film propriamente catastrofico, né una decorosa pellicola evocativa, a causa di un sentimentalismo – disneyano – d’accatto.