Louie è una serie tv del 2010, andata in onda per la prima volta in Italia nel 2014, ideata da Louis C.K.

Il protagonista omonimo di Louie è quasi calvo, di mezza età, abbastanza sovrappeso. Vive a New York, è divorziato, ha due figlie e di lavoro fa il comico. Anzi, lo stand up comedian, come dicono in America, cioè un tizio che sale sul palco di un locale e snocciola, in monologhi sarcastici, esilaranti riflessioni sulla vita spesso elaborate dalle proprie esperienze. Louie è Louis C.K.. Che è grassoccio, di mezza età, vive a New York e fa il comico, anzi lo stand up comedian. Louis C.K. scrive, produce, interpreta, gira, seleziona il casting (e ha anche montato l’episodio pilota) della serie, una comedy da 20 minuti a puntata giunta sulla rete pay statunitense FX alla quarta stagione. Con un successo crescente, tanto che si sono accorti di lui perfino agli Emmy.

Louis C.K./Louie è anche l’unico vero personaggio di un esperimento seriale anomalo, dove può capitare che gli stessi attori interpretino ruoli diversi, la continuity non viene considerata più di tanto e le vicissitudini di Louie nella Grande Mela si alternano senza soluzione di continuità alle sue esibizioni sul palco, come se tutto fosse una medesima successione di sketch. Ogni tanto fa, in Louie, capolino qualche guest star famosa (soprattutto altri stand up comedian nella versione finzionale di se stessi, da Ricky Gervais a Chris Rock a Robin Williams).

Ma i riflettori di Louie non si spostano mai da Louis C.K., una sorta di Woody Allen più ingombrante e meno logorroico, più fisico e meno cerebrale, ma ugualmente inadeguato al mondo e alle relazioni interpersonali. Più esplicitamente amaro, più sboccato e sincero, ma ugualmente spassoso (e spesso surreale), anche quando obbliga lo spettatore a una risata d’imbarazzo. Capace pure di virate inaspettatamente profonde e dolenti, in grado di parlare di tutto, senza vergogna, dal sesso al divorzio, dalla cacca alla religione, alla morte. l