Lost River è un film del 2014, diretto da Ryan Gosling.

Per aiutare la madre Billy (Christina Hendrix) a mantenere il fratellino, l’adolescente Bones (Iain de Caestecker) vive alla giornata rubacchiando rame dalle abitazioni di Lost River. Le sue innocenti rapine scatenano l’ira del pericoloso Bully, che viaggia in una Cadillac guidata dallo sfregiato Face. Per fortuna che c’è la vicina di casa Rat (Saoirse Ronan) a offrirgli rifugio e amicizia. Intanto Billy, per salvare la casa dall’esproprio, accetta di esibirsi nel locale del laido Dave, un antro perverso dove vanno in scena spettacoli di grand guignol e peep-show. Attese alle stelle e file da record per l’esordio alla regia di Ryan Gosling, che ahinoi confeziona la vera supercazzola del festival. Gosling è bravo, è figo, ha una fidanzata super topona (Eva Mendez, qui sacerdotessa degli spettacoli splatter del locale) e ha lavorato con i registi giusti.

Il problema è che a Ryan è già scattata la sindrome del Maestro e in Lost River ci propone un pappone visivamente sontuoso ma indigesto di citazioni fini a se stesse. Tra cammei semi-lusso (Barbara Steele che sonnecchia per tutto il film), decine di riprese di case in fiamme (ok, fa molto Lynch, ma ne bastava una) e una storia che non va da nessuna parte, il film poteva essere un interessante gotico americano, ma si rivela uno sconclusionato monumento alla hybris del regista.