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Los salvajes

2012
Titolo Originale:
Los salvajes
REGIA:
Alejandro Fadel
CAST:
Leonel Arancibia
Sofía Brito
Martín Cotari

Il nostro giudizio

Los salvajes è un film del 2012, diretto da Alejandro Fadel.

Quattro ragazzi evadono da un centro di detenzione e si ritrovano a girovagare, in una natura matrigna, alla ricerca di un luogo di appartenenza. Un western contemporaneo senza cavalli, che usa l’assenza della tecnologia (tranne un fucile) come espediente  per mettere quattro giovani orfani, cresciuti tra violenza e armi da fuoco, a confronto con la (propria) natura. L’esordio nel lungo dell’argentino Alejandro Fadel, già passato alla Settimana della Critica di Cannes, si presenta come il classico “film da festival”, con una trama minimalista per parlare dei massimi sistemi e una sotterranea carica simbolica che cresce e divampa nel finale. Ognuno dei quattro protagonisti (di una bravura disarmante) parte da un’origine comune (orfani, fuggiaschi, violenti), ma l’esperienza selvaggia li spinge verso percorsi di crescita differenti.

Il confronto con la natura e la mancanza di sovrastrutture li mette di fronte a se stessi. Amore, senso di colpa, inadeguatezza, voglia di socialità, tecnologia, famiglia, sono ormai corredo genetico dell’uomo e anche l’esperienza più selvaggia non può cancellare tale impronta. In questo senso Los salvajes è un noir naturalistico che fa girare (a vuoto?) i suoi antieroi verso un’inevitabile destino. Dall’altra l’atmosfera rarefatta, il simbolismo crescente e i numerosi finali lo rendono più vicino al cinema di Reygadas o Weerasethakul, ma senza la maturità necessaria a maneggiare tale materia.