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L’odio che uccide

2015
Titolo Originale:
Some Kind of Hate
REGIA:
Adam Egypt Mortimer
CAST:
Spencer Breslin (Isaac)
Andrew Bryniarski (Lincoln's Father)
Grace Phipps (Kaitlin)

Il nostro giudizio

L’odio che uccide è un film del 2015, diretto da Adam Egypt Mortimer

Some Kind of Hate – diventato da noi L’odio che uccide – segna il debutto nel lungometraggio per Adam Egypt Mortimer uno che, oltre ad avere un nome stupendamente teatrale quasi fosse un mad doctor di qualche horror del passato, si era cimentato nell’uso della macchina da presa (va detto pure con un ottimo risultato) all’interno dell’antologia horror Holidays (otto storie, otto festività, nove registi) con il segmento di chiusura New Year’s Eve. In Some Kind of Hate Mortimer affronta il tema del bullismo in chiave horror. Lincoln (Ronen Rubinstein) è un ragazzo che ascolta death metal, si veste sempre di nero, non parla quasi mai con nessuno e porta capelli lunghi (anch’essi neri come le sue magliette) che gli coprono la faccia. Insomma, fa di tutto per non piacere alla gente e la gente contraccambia prendendolo a pugni in faccia: il padre lo picchia e a scuola i bulli fanno altrettanto. Un giorno, però, Lincoln, stanco delle vessazioni, pianta una forchetta in faccia a uno dei compagni, proprio mentre lo stava obbligando a leccare del latte caduto a terra. Per tutta risposta, il nostro amico metallaro, viene spedito in un capo riformatorio nel bel mezzo del nulla, fatto per giovani con problemi comportamentali come lui. Non tarderà a farsi nuovi “amici” pronti a pestarlo anche lì. In suo soccorso, però, arriverà Moira: lo spirito di una ragazzina con le palle girate (da lui evocata) perché, proprio come Lincoln, ha sofferto le stesse pene. Peccato che Moira si dimostrerà talmente incazzata e fuori controllo da mietere vittime solo per il semplice motivo che respirino la sua stessa aria (sempre che uno spirito respiri aria).

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Mortimer compone un “Frankenstein filmico” fatto di pezzi presi un po’ alla meglio e con molta fretta dai cadaveri di altre pellicole: il capolavoro del filone horror-bullismo Carrie – Lo sguardo di Satana, ma anche il B-movie del 1981 Evilspeak (piccolo gioiello che vi consigliamo di recuperare) e con l’aggiunta di quell’atmosfera vendicativa tipicamente di matrice nipponica. Lo spiritello dispettoso Moira se ne va in giro con un collier fatto di lamette che usa su di sé e, quasi fosse una bambola voodoo, ne riflette le torture sulla vittima di turno. Di idee ce ne sono, in L’odio che uccide, e l’ambientazione in pieno deserto ha il suo fascino, peccato, però, che finiscano per non essere quasi mai sfruttate del tutto. Con uno spirito capace di proiettare ogni tipo di supplizio sulle proprie vittime, il regista decide di reiterare all’infinito sempre la solita. E dire che di sangue ne scorre anche abbastanza.

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Il protagonista poi, che pare più un “bello e dannato” che uno sfigato, non crea l’empatia necessaria con lo spettatore così, più che provare pena per lui, si resta quasi indifferenti. Cast femminile di bella presenza ma non aspettatevi la mattanza di corpi nudi da tipico slasher; di nudo proprio non ce n’è. Insomma, questo L’odio che uccide pare più un’occasione sprecata: la location c’è, l’idea pure ma Mortimer finisce per mandare un pò tutto in vacca tra dialoghi assurdi e spesso ingenui e un utilizzo della tensione troppo  stereotipato, per giunta sprecando molte delle scene più squisitamente grandguignolesche. C’è comunque da dire che Mortimer la macchina da presa la sa tenere in mano bene e, considerando l’episodio girato per il collettivo Holidays, veramente buono, non ci sentiamo di bocciarlo in pieno. Per il prossimo lavoro gli concediamo il beneficio del dubbio.