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Lo and Behold – Reveries of the Connected World

2016
Titolo Originale:
Lo and Behold - Reveries of the Connected World
REGIA:
Werner Herzog
CAST:
Kevin Mitnick (Se stesso)
Lucianne Walkowicz (Se stessa)

Il nostro giudizio

Lo and Behold – Reveries of the Connected World è un film-documentario del 2016 diretto da Werner Herzog.

Poderoso e sbalorditivo, capace di rappresentare al meglio la genesi del “metafisico” mondo di Internet attraverso un lavoro documentaristico degno di nota. Werner Herzog con il suo Lo and Behold – Reveries of the Connected World rappresenta magistralmente un “universo moralmente astratto”, dove la cognizione della realtà funge unicamente da interfaccia. Percorrendo la genesi di Internet, il regista tedesco ne mostra le diverse sfaccettature, intervistando tutti coloro che sono attivamente coinvolti in questa “altra dimensione”, rifugiati, volutamente segregati , isolati da quello “spettro” denominato realtà. Volente o nolente, Herzog scrive una vera e propria tesi sul progressismo, classificando gli aspetti benevoli e quelli malevoli. Tutto questo attuato nella maniera più trasparente possibile, con Herzog spensierato, quasi disinteressato sul piano emotivo.

Lo and Behold – Reveries of the Connected World è il lavoro che ogni appassionato di informatica ha sempre sognato. La capacità di addentrarsi nel contesto da corpo estraneo fortifica l’approccio, rendendolo piacevole sia per chi è coinvolto in prima persona sia per chi “ricopre” il normale ruolo di spettatore medio. Herzog questa volta mette in gioco se stesso durante la messa in scena, sfidando perfino il disinteresse. È riduttivo affermare che il regista si limiti a dirigere un ritratto della società contemporanea, influenzata dal potere “divinatorio” del Web. Herzog mostra Internet come la più importante rivoluzione progressista capace di “assumere” una vera e propria identità figurativa tale da sostituirsi perfino a “Dio”. Provocatoria come scelta stilistica ? Forse, ma è innegabile che Werner Herzog con questi poderosi lavori documentaristici, riesce a regalare rappresentazioni minimaliste di “realtà” oggi molto rilevanti.

Diretto, a tratti perfino drastico. Uno stilema inconfondibile. Aneddoti alienanti accompagnati da riflessioni deliranti, questa la miscela “esplosiva” che caratterizza Lo and Behold – Reveries of the Connected World. Nonostante la complessità, il documentario risulta lineare, “logico” in quella spirale illogica senza fine. Un Herzog analitico, che scuote universalmente la massa. Uno scambio di “informazioni-emozioni” fra essere umano e realtà informatica capace di rivoluzionare le prossime generazioni. Attraverso infatti l’impiego di esempi algebrici e di testimonianze di noti informatici, Herzog “idealizza” una parabola futuristica, lasciando intendere inquietudine su quali effetti potranno essere generati da una nuova società, altamente dipendente da quel fenomeno progressista che è Internet.