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Little Fires Everywhere

2020
REGIA:
Lynn Shelton, Nzingha Stewart, Michael Weaver
CAST:
Reese Witherspoon (Elena Richardson)
Kerry Washington (Mia Warren)
Joshua Jackson (Bill Richardson)

Il nostro giudizio

Little Fires Everywhere è una serie tv del 2020, ideata da Liz Tigelaar.

Come i fumetti di supereroi per il cinema, i romanzi bestseller sono i potenziali garanti del successo di una serie TV: basta un team di alto livello e ci sono ottime possibilità di attirare sullo schermo il gruppo target mirato, generalmente più vecchio e più femminile di quello dei fan della Marvel. L’elenco di produzioni che rientrano in questa casistica sta diventando sempre più lungo: anche Little Fires Everywhere è un adattamento, in otto puntate, di un romanzo, l’omonimo bestseller di Celeste Ng. I parallelismi con Big Little Lies, recente produzione televisiva di successo, sono particolarmente evidenti; protagonista di entrambe le serie è Reese Witherspoon (qui anche produttrice) in un ruolo molto simile di matriarca sempre alla ricerca di una facciata impeccabile, ossessionata dal pianificare qualsiasi evento, compresa la vita dei figli e i rendez-vous sessuali con il marito, in un presunto idilliaco scenario di una cittadina americana. Anche la struttura narrativa sembra essere a prima vista la stessa: la scena iniziale di Little Fires Everywhere mostra, come in Big Little Lies, un evento drammatico, in questo caso una proprietà di famiglia in fiamme, e pone la domanda su chi sia responsabile, per poi riportare il racconto indietro di un anno. L’enorme casa in fiamme è quella della famiglia Richardson a Shaker Heights, Ohio, un sobborgo perfetto di Cleveland; qui Elena Richardson (Witherspoon) ha tutto sotto controllo, da suo marito (Joshua Jackson), ai quattro figli pubescenti a un lavoro come reporter per il giornale locale.

L’acconciatura è sempre accurata, così come il blazer e la collana di perle, e sa esattamente a chi e come chiedere un favore, che sia la polizia o il direttore dell’esclusivo liceo frequentato dai figli. Il fatto che la figlia più giovane Izzy (Megan Stott) inizi a ribellarsi all’inizio del nuovo anno scolastico sembra essere per Elena il problema più grande, ma con l’arrivo delle Warrens (madre e figlia) a Shaker Heights molte crepe si apriranno nel suo mondo perfetto e nella irreprensibile immagine di sé. Mia Warren (Kerry Washington) è praticamente l’opposto di lei: un’artista afroamericana single che lavora anche in un ristorante cinese, indossa abiti di seconda mano e vive girovagando. Con un misto di pietà, curiosità e desiderio inconscio di cambiamento, Elena dà in affitto a Mia e sua figlia Pearl (Lexi Underwood) un appartamento di sua proprietà, e presto assume anche Mia come collaboratrice domestica. Ma tutte le piccole scintille che risultano dalla collisione dei diversi ambienti di vita rappresentati dalle due donne non potranno essere tenute sotto controllo a lungo. Cosi la curiosità, scatenata dalla scena iniziale, di sapere chi abbia appiccato l’incendio nella tenuta dei Richardson va man mano scemando in quanto la serie rallenta presto il suo ritmo narrativo manifestando chiaramente di non essere un thriller ma un dramma da conflitti familiari e relazioni interpersonali. I dialoghi poco scorrevoli e il tratteggio di figure inizialmente poco sfaccettate appaiono subito come punti deboli della narrazione, come pure alcuni colpi di scena e personaggi secondari che estremizzano quello che è il vero soggetto di questa storia: il difficile rapporto tra madri e figlie.

Cosa costituisce la maternità, anche al di là delle componenti biologiche? Quali modelli cerca una figlia? Little Fires Everywhere affronta queste domande in modo molto differenziato, il fatto che Mia e Pearl siano di colore estende queste considerazioni a differenze di classe, stili di vita divergenti e, naturalmente, razzismo. La serie espone in vari modi i pregiudizi della classe borghese bianca istruita, spesso celati da  falsa accondiscendenza, mostrando la tensione tra la ricerca di identità, la paura della perdita e la sessualità. L’ambientazione anni ’90 offre numerose occasioni di enfasi sul decennio, con molti riferimenti musicali (Spearheads, Nirvana, Cure ) e infinite allusioni a TV show come Beverly Hills 90210 o MTV, qualche flashback negli anni ’70 e ’80 ci serve invece a raccogliere caute informazioni sui personaggi. Little Fires Everywhere è venuto ulteriormente alla ribalta in questi giorni in quanto ultima opera della regista Lynn Shelton, morta prematuramente  il 16 maggio; è grazie al suo lavoro accurato, oltre che alle valide recitazioni di Kerry Washington, Lexi Underwood, ma anche della Witherspoon, nonostante sembri talvolta fare il verso a se stessa, che questo spettacolo invoglia a proseguire nella visione anche quando la sceneggiatura mostra qualche falla di troppo.