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L’inganno

2017
Titolo Originale:
The Beguiled
REGIA:
Sofia Coppola
CAST:
Colin Farrell (John McBurney)
Nicole Kidman (Martha Farnsworth)
Kirsten Dunst (Edwina Dabney)

Il nostro giudizio

L’inganno è un film del 2017, diretto da Sofia Coppola

Un collegio femminile in Virginia, durante la Guerra di Secessione Americana nell’anno 1864, sembra offrire un rifugio sicuro dalle cose spaventose che stanno succedendo fuori. È quello che, in L’inganno di Sofia Coppola, scopre un soldato ferito gravemente a una gamba (Colin Farrell) e trovato nelle immediate vicinanze della tenuta dell’istituto da una giovane studentessa; ma quando l’uomo viene portato all’interno della scuola per essere curato,  la vita di educande ed educatrici, ordinata e piena di rigide regole, va letteralmente in tilt. In un tempo molto breve tutte cedono al fascino del soldato John, che con il raggiro cerca di aprirsi un varco nel cuore di ognuna di loro, facendo sì che gelosie e intrighi avvelenino subdolamente la tranquilla convivenza di una volta e dando l’avvio a un gioco carico di erotismo con svolte inattese che mieterà vittime da entrambe le parti. Per cui la definizione di “beguiled”del titolo originale, ben reso in italiano con il sostantativo “inganno” che mantiene il mistero sul  genere sessuale di chi viene ingannato, può essere attribuita a ciascun partecipante al girotondo d’amore.

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L’inganno diretto dalla Coppola è un remake dell’omonimo film del 1971 di Don Siegel – in Italia: La notte brava del soldato Jonathan. È un film costituito spesso da quadri di gruppo, scenografie stupende in cui, ancora una volta, nella filmografia della regista, un gineceo diventa il luogo della narrazione. E sono bellissime, tutte queste donne appartenenti a diverse fasce di età quando vengono immortalate in scene corali nei loro abiti e pettinature d’epoca, mentre suonano, stendono il bucato o, semplicemente, siedono insieme intorno a una tavola imbandita. Ma dietro la loro apparente innocenza si celano altre caratteristiche: la Guerra le ha forse temprate e rese pronte a tutto. Siamo ben lontani dalle languide debolezze e dagli svenimenti  di Il giardino delle vergini suicide, opera prima della Coppola a cui non si può non pensare guardando The Beguiled, con la presenza di Kirsten Dunst (Ewina) che fa da richiamo, essendo stata lei la protagonista, Lux, nel film del 1999. Qui, però, la splendida casa, il castello delle principesse, è diventata una prigione in cui le recluse non sono più le donne, ma il loro malcapitato ospite: non ci sono più vergini o aspiranti tali, e il suicidio ha fatto posto semmai all’omicidio.

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Nella rappresentazione dei tira e molla carichi di tensione sessuale prevale spesso l’ironia sulla drammaticità, una chiara scelta della regista che sembra aver epurato L’inganno dai temi troppo gotici, attraverso un’opera di centrifuga. La dimensione estetica del film resta invece la  più convincente: ad essa la Coppola attribuisce una forte connotazione semantica, con l’attenzione rivolta a preziosi particolari che conferiscono autenticità alla storia e ricchezza alle scene (L’età dell’innocenza  docet). Alle quali si unisce un appropriato commento musicale molto ben integrato nella visione, la rivisitazione del Magnificat di  Monteverdi ad opera del  duo musicale  elettronico francese Phoenix (uno dei due componenti è marito della Coppola).