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Liberami

2016
Titolo Originale:
https://www.youtube.com/watch?v=vbBLh5mCxvc
REGIA:
Federica Di Giacomo

Il nostro giudizio

Liberami è un documentario del 2016, diretto da Federica Di Giacomo

Non è possibile trovare un personaggio più cinematografico dell’esorcista. Figura capace di riesumare fotogrammi e suggestioni al pari di vampiri, zombi e mostri tornati dall’aldilà. Un immaginario costruito in anni di libri, film, serie tv e fumetti, ma anche da normali fantasie adolescenziali, quando a scuola si chiedeva all’insegnate di religione cosa ci fosse di vero in quelle immagini viste la sera prima in tv. Ma a differenza di altri personaggi horror, la figura dell’esorcista esiste realmente e viene canonizzata dalla Chiesa che organizza seminari di formazione e corsi di aggiornamento sulla materia. Un vero e proprio mestiere, tra l’altro sempre più richiesto, fulcro centrale del documentario Liberami di Federica Di Giacomo, vincitore della sezione Orizzonti a Venezia 73. Unico film italiano presente nel palmarès e forse tra i titoli di più complicata codificazione presenti alla Mostra. Liberami segue – a giusta distanza – Padre Cataldo, prete esorcista palermitano, che ogni martedì riceve presunti posseduti, per poi celebrare la messa di liberazione. Così la sua vita si intreccia indissolubilmente a quella di tante persone affette da disagi di varia natura. Persone comuni come Gloria, Enrico, Anna e Giulia chiaramente bisognose d’aiuto, ma ben lontane dall’essere veri indemoniati, così come ce li immaginiamo. C’è solitudine, inadeguatezza, paura. Ci sono disturbi mentali più o meno gravi, devianza sociale, ricerca d’attenzione. Comportamenti dovuti allo zampino di Satana, per alcuni, ma per altri, compreso Padre Cataldo, chiara manifestazione di acuto mal di vivere.

Federica Di Cataldo, senza intervenire con soprattitoli, spiegazioni o interviste in macchina, raccoglie testimonianze visive di queste vite difficili, di come si rapportano con l’esorcismo e l’esorcista, della loro fiducia di potersi liberare dal male. E il beneficio arriva, non per tutti, forse non duraturo, ma arriva. In tal senso Liberami rappresenta una grande sfida per chi guarda seduto comodamente in poltrona. Credenti o no, il disagio che trasuda dalle immagini è fortissimo (urla, grida, occhi strabuzzanti), nonostante subentri una sorta di distacco emotivo dovuto dall’incredulità. Tutto è vero, ma si ha bisogno di tempo per non percepirlo come falso o assurdo. Si soffre in Liberami eppure si ride. Ci si ritrova a giudicare, per poi pentirsene. Una visione sfidante e complicata, che dice molto sulla nostra contemporaneità.

La richiesta di esorcisti è in aumento, e non solo in zone “disagiate”. Il ruolo del padre liberatore si affianca a quello del medico, dello psicologo, dello psicoterapeuta, ma anche del sindacalista e dell’avvocato. Credenze pagane (malocchio, fatture) si fondono con la tradizione cattolica, e di fronte a Liberami, ci si ritrova a farsi molte domande. Nell’era dei social network, Padre Cataldo esegue esorcismi al telefono, con saluti di cortesia finali. Nel ricco occidente, la fede (in qualcosa, qualunque cosa) è ancora più forte della razionalità. Nella società di oggi abbiamo ancora bisogno di essere liberati. E dalla sala si esce in qualche modo liberati, quantomeno dalle certezze a cui l’immaginario horror ci ha abituato. Una visione sfidante, complessa che racconta l’incontro fra la pratica esorcistica e la vita quotidiana, tra antico e contemporaneo, in cui religioso e profano riescono a essere a tratti inquietanti, a tratti esilaranti. Padre Cataldo si trasforma così da macchietta a fulgido esempio di comprensione e ascolto. Sempre alla giusta distanza.