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Let Her Out

2016
Titolo Originale:
Let Her Out
REGIA:
Cody Calahan
CAST:
Alanna LeVierge (Helen)
Nina Kiri (Molly)
Adam Christie (Ed)

Il nostro giudizio

Let Her Out è un film del 2016, diretto da Cody Calahan

Ribattezzata non certo casualmente da più fronti come la “Nuova Hammer canadese”, grazie a una confezione estremamente curata e patinata rivolta a prodotti di genere dal budget relativamente contenuto, la Black Fawn Films ha avuto il merito in questi ultimi anni di sfornare alcune pellicole davvero interessanti – tra cui spiccano certamente The Drownsman (2014) e Bite (2015) – caratterizzate da una malsana truculenza pruriginosa iper-gore specificatamente rivolta alla dimensione corporea e a un disturbante feticismo per il decadimento organico. Ed è proprio con questo spirito corsaro che Cody Calahan, già autore per la scuderia Black Fawn del dignitoso Antisocial (2013), ha deciso di plasmare Let Her Out, suggestivo e allucinante viaggio fra le schegge nascoste di una mente allo sbando divisa fra due entità coesistenti in un solo corpo, un disturbante horror (fino a un certo punto) psicologico capace di creare non pochi sconquassi al basso ventre. Muovendosi con sorprendete agilità su di un sottile fil rouge che unisce idealmente Basket Case a Il mai nato, l’opera seconda di Calahan si focalizza sulle improvvise amnesie e le terribili allucinazioni che iniziano ad affliggere la giovane Helen (Alanna LeVierge) quali inaspettate conseguenze di un grave incidente, fino alla sconcertante scoperta di come tali fenomeni siano causati da un tumore benigno che in realtà si rivela essere il residuo organico di una gemella mai sviluppatasi nell’utero materno e col tempo assorbita dal tessuto cerebrale della nascitura.

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Cercando di convivere con questa scomoda realtà di cui sente di stare, tuttavia, per perdere il controllo, Helen inizia ben presto a percepire che qualcosa in lei sta cambiando e che, forse, la coscienza sanguinaria della sorella scomparsa sta per prendere il sopravvento, chiedendo finalmente di venire alla luce e divenendo un pericolo per gli amici Molly (Nina Kiri) ed Ed (Adam Christie). Uscito tutto sommato senza troppe ferite dalla proiezione londinese al FrightFest 2016, Let Her Out dimostra fin da subito un forte debito fascinatorio verso le menti deviate (e divise) del cinema di Brian De Palma – con particolare attenzione a Sisters e Doppia personalità – oltre che per le suggestioni perturbanti dello splendido Two Sisters di Kim Ji-woon, riproponendo la tematica non certo innovativa – tanto nel noir quanto nello psycho horror/thriller – della compresenza (sovra/inn)naturale di due entità caratterialmente opposte all’interno del medesimo involucro destinate a darsi battaglia per sopravvivere e rimanere al comando, salvo poi scegliere di rielaborare il tutto attraverso un’estetica squisitamente psichedelica e con l’aggiunta di sequenze di automutilazione capaci di assestare un sonoro pugno anche agli stomaci più resistenti e testati.

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Forte di un prologo e di un epilogo che definire disturbanti è certo un eufemismo – e che hanno luogo nella stanza di un motel che richiama alla mente un altro celeberrimo racconto di malsana condivisione di personalità targato Sir Alfred Hitchcock –, Let Her Out non appare certo esente da evidenti pecche narrative né tantomeno dal ricorso a facili e stantie soluzioni da J-Horror, riuscendo malgrado ciò a buttarsi a capofitto in un lercio gusto orrorifico totalmente prostetico che non ha bisogno di effetti digitali per creare forti sensazioni, mettendo in scena un Demone sotto la pelle che chiede letteralmente di emergere dalle pieghe della mente e della carne per poter finalmente dar libero sfogo ai propri istinti repressi.