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L’educazione di Rey

2017
Titolo Originale:
La educación del Rey
REGIA:
Santiago Esteves
CAST:
Germán de Silva (Carlos Vargas)
Matías Encinas (Reynaldo Galíndez)
Walter Jakob (Arancibia)

Il nostro giudizio

L’educazione di Rey è un film del 2017, diretto da Santiago Esteves.

A metà tra noir e drammatico, il film d’esordio del regista argentino Santiago Esteves vede nei panni dei protagonisti l’esordiente Matías Encinas e il noto Germàn de Silva. La storia è quella di Reynaldo, alias “El Rey” (Matías Encinas), uno dei tanti giovani che vive nei meandri della periferia argentina di Mendoza. Un giorno Rey viene introdotto dal fratello nella malavita mendoziana, ma la notte del loro primo colpo insieme qualcosa va storto. I suoi compagni vengono catturati mentre lui riesce a scappare con la refurtiva. Durante la fuga, finisce nel giardino di Carlos Vargas (Germán de Silva), una vecchia guardia giurata in pensione che, a patto che il ragazzo riaggiusti quanto distrutto nel suo giardino, decide di fornirgli un nascondiglio; tra i due nascerà un rapporto filiale, fatto di insegnamenti e tenerezze. Intanto, al di fuori delle mura domestiche di Carlos, la criminalità organizzata vuole vendicarsi e inizia a cercare il giovane Rey, colpevole secondo loro, di averli traditi.

Il regista, in principio, avrebbe voluto trarne una serie TV, optando poi per un lungometraggio di matrice noir che mescola sapientemente tematiche sociali, crime e dramma. Attraverso l’intensa pellicola, infatti, Esteves strizza l’occhio alla realtà del suo Paese trattando la disparità sociale e i problemi che affliggono la nuova generazione. Ma a essere posti al centro della trama vi sono anche mali radicati quali la corruzione dilagante e la criminalità spietata che rende i giovani una preda perfetta. L’educazione di Rey, concluso nel 2017, esce nelle sale italiane solo ora, servendo in pasto agli spettatori un mix adrenalinico ed emozionante che li terrà inchiodati alla poltrona. Non manca neppure qualche rimando al western, in un contesto da far west che vede un uomo e un ragazzo prepararsi ad affrontare la (mala)vita. Ma quella che Carlos impartisce a Rey sarebbe riduttivo definirla solo un’educazione rigida, trattandosi di una vera e propria lezione di vita. L’uomo “adotta” un giovane che in lui evoca la speranza che qualcosa possa ancora cambiare in un Paese così fortemente colpito dalla delinquenza e dalla corruzione.

L’educazione di Rey viaggia su questo binario, in maniera diretta, senza divagare su ulteriori tematiche per allungare il brodo. La semplicità e asciuttezza della trama, incentrata su un rapporto padre/figlio compensatorio per entrambi, è ciò che meglio funziona, rendendo il film un concentrato di generi: una crime story incentrata su un intenso rapporto, nato da una casualità, tra due profili opposti (un giovane delinquente da una parte e una ex guardia giurata dall’altra). La prova attoriale, per il già testato de Silva (Storie pazzesche, Las acacias, Los dueños), è solo un’ulteriore conferma delle sue doti; qui il giovane protagonista ci offre una performance incisiva e sorprendente. Un film scoppiettante, che parla in modo franco, alternando momenti di mera quotidianità e convivenza ad altri di addestramento paramilitare vero e proprio. Attraverso quest’esperienza, in un percorso metaforico, il giovane protagonista si prepara a diventare adulto, sotto la guida severa di Carlos. Commovente e assolutamente riuscito. Il film ha concorso all’ultima edizione del Festival del Cinema Spagnolo di Roma.