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Le proprietà dei metalli

2023
Titolo Originale:
Le proprietà dei metalli
REGIA:
Antonio Biagini
CAST:
Martino Zaccara: Pietro
Edoardo Marcucci
David Pasquesi

Il nostro giudizio

Le proprietà dei metalli è un film del 2023, diretto da Antonio Biagini

Ci troviamo negli anni Settanta, periodo della grande fama dell’illusionista israeliano Uri Geller, in grado di piegare oggetti in legno e metallo, e della schiera di ragazzini di lui quasi imitatori, invece dotati di presunti poteri paranormali (non mettono in atto giochi di prestigio, a differenza del personaggio televisivo di Tel Aviv). È da qui che viene il grande interesse del professore Aldo Martelli e del fisico Ferdinando Bersani, autori del saggio da cui il documentarista Antonio Bigini ha preso spunto per realizzare il suo film di finzione d’esordio, presentato in concorso al Festival del cinema di Bergamo e successivamente anche alla Berlinale, nella rassegna Generation Kplus Le proprietà dei metalli prende, dunque, avvio tra le colline emiliane, in un ambiente rustico e contadino. Pietro ha un  incredibile potere di manipolare la forma di piccoli oggetti metallici, suscitando l’interesse di uno scienziato americano, che lo sottopone a degli esperimenti presso l’università di Bologna.

L’ambientazione duplice, condotta su binari alternati, divide nettamente l’estrazione sociale e culturale dei personaggi: solo quando emerge la possibilità di un qualche guadagno economico, necessario a saldare dei debiti che imperversano, il padre, vedovo e piuttosto scontroso, si lascia affascinare dalla misteriosa capacità del figlio. La doppia ambientazione, per di più, con le sue implicazioni di tipo sociale, è anche motore della trama: oltre al bisogno del padre, rammentato sopra, la necessità di carriera e reputazione in ambito accademico muovono il professore a condurre esperimenti sul giovane Pietro, in modo da dimostrare alla scettica comunità scientifica l’esistenza di certi fenomeni paranormali. Il giudizio su questo, come una MacGuffin di ispirazione hitchockiana, viene sospeso, e diventa riflessione su una contaminazione delle misteriose forze della natura da parte della società dei consumi.

Pietro, infatti, messo sotto la pressione di un osservatore esterno, non pare essere in grado di palesare i suoi poteri. Solo il fratello, legato allo stesso ambiente rustico, e lo studioso americano, che risulta, nonostante l’ambizione accademica, comunque genuinamente affascinato e persuaso dai poteri di Pietro, sembrano essere in grado di testimoniare l’atto.  Antonio Bigini costruisce un film di buon ritmo e tensione narrativa. La sua struttura e i temi tipicamente fiabeschi, con la sospensione del giudizio davanti ai misteri della natura, si contrappone piacevolmente all’ambientazione, atipica per una storia del genere, e a una fotografia piuttosto desaturata, memore di un tipo di cinema di stampo molto più realista.